mentre voi pensavate soltanto ai risultati della serie a, altri leggevano, si informavano, si adoperavano per dare un proprio contributo

dovessimo mai scegliere gli amici e distinguere i nemici, noi italiani di sicuro, col cinquanta percento di far bene, abbracceremmo l’amico sbagliato

la guerra in atto è combattuta tra passato e presente. la russia combatte una guerra novecentesca, mentre l’ucraina risponde a suon di tweet. ma chi vince?

non c’è un orsetto di peluche sul comodino, nemmeno dei fiori, non c’è un palloncino colorato, né un cartello con le firme dei compagni di scuola

ho provato a immaginare se il nostro ambasciatore e altri diplomatici occidentali avessero scelto di rimanere in ucraina

perché, ho la sensazione, anche la storia certe sere fatica a prender sonno, la mente straziata da queste immagini di morte.

la nestlé, da oltre centocinquanta anni, sceglie meticolosamente, tra le due, la strada più infame. sì, anche stavolta.

se ne sorrideva soltanto venerdì con un cliente durante un meeting: “come va?” gli chiedo, e quello “male, ma infondo, manco gli oligarchi ormai se la passano bene.”

attendiamo con ansia il momento in cui si inviteranno i russi a disintegrare le vetrine dei negozi ucraini e a bruciare sulla piazza rossa i libri di gogol’ e di kurkov

“guerre giuste”, “guerre sante”, “guerre patriottiche”, guerre che è necessario combattere fintanto che a combatterle rimangano i figli altrui.

“Il 2022 ti ha già lasciato a piedi? pedala!” perché questa ciclopica opportunità sta passando senza venire colta? dove sono gli ambientalisti, le associazioni di categoria, i club ciclistici, i comuni virtuosi, i brand?

è bello pensarlo proprio lì, proprio oggi, non è vero? che il “cuore d’europa” sia nel paese che più di ogni altro, negli ultimi anni, ha lottato per entrare nell’unione.

oggi è il giorno in cui, dopo un periodo di asprezze e di sospetti, rivalutiamo i social per quei nobili scopi che ne hanno accompagnato la creazione

questo verso scritto e musicato cinquant’anni fa, riesce a cogliere con precisione il mio stato d’animo delle ultime due settimane

la strategia di comunicazione ucraina ha subito oggi una variazione, virando dai sensi di colpa all’empatia fondata sulla prossimità geografica.

non avrebbe dovuto insorgere il ghetto di varsavia, né avrebbe dovuto resistere il popolo palestinese. resistere è lottare, non voler vincere la guerra

“hai mai provato a scappare nella notte con un pianoforte sulle spalle?” inventario di quello che porti e di quello che lasci.

ha preso la sua flotta di undici tir e ha organizzato a sue spese una tirata oltre il confine tra romania e ucraina. “ho sonno,” dice, “ci credo” gli rispondo

matteo, damm-atrà: turn’indrè che l’è mej. che quando si fa la figura del pirla, è meglio tornare nella cuccia.

entra, l’ucraina, in una nuova fase del proprio annientamento: quella in cui la distruzione piove dagli aerei.