mancano soltanto i baffetti
sta diventando macchiettistico, il despota russo, nell’emulazione più classica dell’iconografia dispotica; sembra mettere alla prova qualsiasi nozione storica la più basilare, per sfidare a non leggervi il più chiaro indizio di autoritarismo. la mise en scene di oggi allo stadio luzniki emula le più celebri scenografie della riefenstahl, le z sul petto dei duecentomila presenti - secondo il cremlino - richiamano perfino le geometrie delle ss; eppure il titolo che è stato dato all’evento è “per un mondo senza nazismo”, come un dibattito qualsiasi organizzato dell’arci di spinaceto: compagni presenti dodici, a seguire dibattito e proiezione del film bianco di kieslowski. non teme di sfiorare il ridicolo, lo zar, sfidando la creduloneria di un popolo rimbambito da decenni di menzogne, complici le destre di mezzo occidente, la nostra in prima linea.
attendiamo con ansia il momento in cui si inviteranno i russi a disintegrare le vetrine dei negozi ucraini e a bruciare sulla piazza rossa i libri di gogol’ e di kurkov, sia mai che a qualcuno si accenda mezza lampadina. come disse gramsci: “la storia insegna, ma non ha scolari”. e non parlo solo dei russi. i nostri cretini, a differenza loro, non hanno scuse.
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