il diavolo veste loro piana

nella guerra dei brand, qualcosa si sarà pur dovuto mettere putin, per comparire di fronte al suo popolo nel tardo marzo moscovita. qualcosa di caldo e di largo, non potendo rinunciare al giubbotto antiproiettile; senza tuttavia poter apparire imbolsito, è chiaro (girando voci sul suo stato di salute). 

nella guerra dei brand, la moda internazionale ha pregato in cirillico che il despota non si mostrasse mai indossando una griffe, ma vladimir vladimirovič quello aveva nell’armadio e quello si è messo, mentre il suo popolo guarda la valuta andare incontro ad un inesorabile default: un parka da dodicimila euro di loro piana. 

nella guerra dei brand, il marchio acquistato nel 2014 da lvmh (gruppo tra i primi a sospendere gli accordi commerciali con mosca), si è sentito in dovere di prendere le distanze da putin, dichiarando che questi “dovrebbe riflettere su ciò che sta facendo vivere al popolo ucraino." 

anche a questo deve assistere lo zar; non solo all’abbandono da parte di tutti i marchi di lusso tanto amati dagli oligarchi del territorio russo, ma anche al rimbrotto per aver indossato uno dei suoi capi preferiti in pubblico.

fino a soltanto tre settimane fa, cosa avrebbe dato loro piana per vedergli indossare un semplice dolcevita di cachemire; oggi che indossa un parka difronte a duecentomila persone si vede costretta a fingere di non averlo mai conosciuto. eppure sul mercato del lusso, la russia si è attestata ancora nel 2021 come un player di rilievo, rappresentando  tra il tre e il cinque percento dell’intero indotto su scala globale. 

se ne sorrideva soltanto venerdì con un cliente durante un meeting: “come va?” gli chiedo, e quello “male, ma infondo, manco gli oligarchi ormai se la passano bene.” 

e in effetti, come dargli torto.


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