era meglio quando vi facevate le pippe

che poi: “e l’iraq? e la siria?” onestamente, vaffanculo. durante la guerra in iraq io passavo più tempo in manifestazione che a casa, partecipavo all’organizzazione di pacchi umanitari insieme ad altre decine di persone e compravo il giornale cartaceo almeno cinque giorni su sette per rimanere informato. andavo alle medie prima e al liceo poi. per quanto riguarda la siria niente di dissimile, vivevo a roma e frequentavo un centro culturale dove si dibatteva sulle responsabilità economiche dell’occidente e si organizzavano sistemazioni per i rifugiati in arrivo. 

il fatto che voi ve ne infischiaste non significa che il mondo intero se ne fottesse; quelli che chiamate giornalai e pennivendoli, fidatevi, non scrivevano d’altro. il punto vero della faccenda, è che prima non avevate facebook che vi faceva sentire edotti sui mali del mondo, disinformandovi con teorie del complotto e cagate buone solo per farcisi le pippe. ma mentre voi pensavate soltanto ai risultati della serie a e passavate la vostra giornata a masturbarvi sui calendari con le veline di mediaset, altri leggevano, si informavano, si adoperavano per dare un proprio contributo. soltanto ora che le bombe cadono più vicine e si sente la puzza di bruciato, vi svegliate e rompete i coglioni al mondo con le vostre paure, usando come unico deterrente ad un nostro intervento nel conflitto la domanda: “e l’iraq? e la siria?” vaffanculo. io davo il mio contributo - marginale, certamente, ma l’alternativa sarebbe stata arruolarmi - e voi? prima che qualche nipote maledetto vi mettesse in mano i social, dove eravate? ma soprattutto: cosa votavate? qual è stato il vostro contributo politico (l’unico che ci è dato in quanto cittadini) per manutenere la cosa pubblica e dare degna rappresentanza a questo paese all’estero? facciamo che non lo voglio sapere. prima votate camionisti e bibitari al parlamento europeo e poi gettate merda sull’europa. per voi analfabeti funzionali ho solo una parola: vaffanculo. leggete un libro per l’amor di dio.

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suggestione mediatica per finti eroi di guerra

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cinquanta percento