il buon amministratore
a me tutto questo incensamento del fu compagno segretario gorbačëv mi ricorda quelli che nel 2008 applaudivano la lehman brothers per la lungimiranza.
di ciò che resta
“trento, il ghiacciaio restituisce un milite ignoto: trovati il corpo e l'equipaggiamento di un soldato austro-ungarico.”
spiegamelo come se fossi un bambino
la mia casa, il mio amico, la mia auto, nella smart city di chicco. nemmeno gli elkann sono cresciuti così. perché l’auto? meglio una bici, no? altrimenti che c’azzecca la smart city? mah.
mò te lo buco quell’aeroplano
altro che invidia sociale. vada a raccontarlo agli agricoltori di mezza italia il diritto dei miliardari di volare alle maldive in solitaria, dia del rosicone a chi è stato sfollato per le violente precipitazioni.
un rientro teatrale
mi piace pensare il mio rientro come un viaggio gioioso, ricco di fiducia e di colpi di scena, un teatro meno plastico e di figura, più imprevedibile e all’improvviso.
calenda su tiktok (la fine di tiktok)
tiktok, calenda - e non è un social, ma il rintocco del tempo massimo che hai sforato per non far sentire i ragazzini presi per il culo.
il dettaglio che fa l’umano
i dettagli delle sculture di jago rivelano la realtà nell’accezione più moderna del termine, in tutta la loro imperfezione, dai punti neri sul viso alle smagliature lungo il corpo.
il fascino discreto dell’algoritmo
abbiamo ripetuto “algoritmo” così spesso che non significa più niente. ma gli ultimi tre anni non ci hanno insegnato ad abbracciare l’inatteso, l’inspiegabile, il leicester di jamie vardy?
ai deviati di tutta italia
se le parole sono ancora importanti, è fondamentale fare in modo che al potere venga negata la libertà di rivolgersi con determinate parole ai segmenti più fragili del paese.
“seguivo google maps”
pattinava sulla genova-ventimiglia, in piena notte, per la cieca fiducia che la lega alla sua app. quante altre cose ci può convincere a fare un telefono?
piccole e sudate scintille di libertà
“correre un'ora al giorno, e garantirmi così un intervallo di silenzio tutto mio, è indispensabile alla mia salute mentale.” — haruki murakami
ognuno come ci pare
è quantomeno strano che fino a ieri attaccavamo berlusconi, melandri e salvini (tra gli altri) per la loro condotta in privato e oggi difendiamo sanna marin per la sua mancanza di sobrietà.
di tutto assolutamente
come diceva alfieri del suo saul, ma anche come si è portati a pensare del romanzo di formazione in genere. e che meraviglia ancora trovarsi sorpresi per la bellezza di un romanzo.
la tua dieta, i gas serra
la mia dieta non vale un grammo di mango thailandese. e certamente non vale un volo di dodici ore. con tutto che ho paura di volare.
fascista oggi
gira da 48 ore il video di una giovane meloni che dice bestialità fasciste. giudichiamola sulle bestialità fasciste che dice oggi, che a sedici anni di cazzate ne abbiamo dette tutti a bizzeffe. a quarantacinque, auspicabilmente, meno.
grazie per non stirarmi
siamo i soli a ringraziare quando un’auto ci fa attraversare? è poi così male? la quisquilia social solleva un punto interessante, dimenticando che forse si tratta soltanto di buona educazione.
quel “credo” pesa come un macigno
“credo” è monolitico nel proprio programma, è solido, compatto, forte; esprime, tra l’altro, tutto ciò di cui avrebbe bisogno la comunicazione a sinistra: univocità e di sintesi.
una biblioteca in metrò
la biblioexpress è una di quelle iniziative estive che allieteranno il nostro ritorno in città, con la gratuita generosità dei servizi al cittadino che stimolano lo sviluppo culturale di milano.
la guerra di piero
ha fatto questa cosa incredibile, piero angela, di educare un paese di bestie, cercando di difenderci da noi stessi e dalla nostra incolmabile ignoranza. forse, invano.
le mappe di ed fairburn
l’arte di fairburn è una magia che trascende perfino l’eterno “già visto” del web, perché è una centrifuga di umanità e intuizione, di sensibilità e ossessione.