una biblioteca in metrò

era durante il sonno che, da bimbi, accadevano le magie: una caramella al posto del dentino, una calza riempita di dolci, un pupazzo nuovo seduto sul divano ad attenderci.

l’effetto sorpresa faceva leva sulla nostra incoscienza come momento di preparazione al prodigio, che poi ci colpiva nel momento di confusione che ancora precede il risveglio vero e proprio, accrescendo quella sensazione di stupore proprio perché ammantata dallo stordimento del sonno.

in modo simile, città come milano approfittano della cosiddetta “pausa estiva”, della desolazione delle strade e dello svuotamento dei servizi, per operare piccoli cambiamenti che, ogni anno, ci attendo al rientro - forse anche per renderlo meno ostico.

è il caso ad esempio di piccole aree pedonali, nuovi tratti di piste ciclabili, come anche la piantumazione di intere macchie di verde urbano. iniziative spesso, che per non intralciare il traffico meglio si prestano a venire organizzate in piena estate.

quest’anno, il piccolo cadeau che la città di milano ci riserva per il nostro ritorno è la biblioexpress di porta venezia: una macchinetta come quelle che nella metro erogano bibite e snack, ma che invece fungerà da vera e propria biblioteca automatica dove prelevare e restituire oltre duecento titoli, tra narrativa e saggistica. il servizio sarà gratuito e destinato a coloro iscritti al sistema bibliotecario milanese, attivo negli orari di apertura del metrò. un’idea davvero notevole per cavalcare il trend positivo degli ultimi anni di nuovi lettori e per agevolarne i servizi oltre gli orari canonici di apertura delle biblioteche civiche, non fosse altro che per inserire l’oggetto libro in panorami non canonici del percepito urbano.

come al solito milano si poteva risparmiare il termine “smart library” nei vari comunicati stampa, ma ormai fa parte del modo in cui evidentemente ci si aspetta che la città parli. anche il naming poi avrebbe potuto rimanere sull’italiano per giocare sul doppio significato di espresso - come il caffè della macchinetta - e l’espresso treno, che avrebbe implicitamente espresso anche un certo servizio di lusso. ma pazienza, non si può avere tutto.

intanto accontentiamoci della sorpresa che addolcirà il nostro ritorno in città, quando per prendere in prestito un nuovo libro basterà scendere in metropolitana. e non è poco, specialmente per certi quartieri in cui librerie e biblioteche non si trovano esattamente ad ogni angolo, nella speranza che quella di porta venezia sia soltanto la prima di molte altre sparse in tutta la città.

parole: 400

Indietro
Indietro

quel “credo” pesa come un macigno

Avanti
Avanti

la guerra di piero