calenda su tiktok (la fine di tiktok)
e anche calenda approda su tiktok. nel suo primo video dice: “non so ballare, sembro un orso ubriaco; non posso dare consigli di make-up perché c’ho la pancia e sono brutto; però posso parlarvi di politica,” e propone di usare il suo canale in modo atipico, trasformandolo in una piattaforma di promozione culturale.
bene. potrebbe parimenti entrare in una chiesa e dire: “non posso pregare perché sono ateo; non posso confessarmi perché non commetto peccati, ma posso tenere un corso di aerobica” e proporre di convertire la basilica di sant’ambrogio in una palestra.
l’apertura dell’ennesimo, indesiderato canale sul social da parte di un politico rappresenta la ragione principale per la quale i ragazzi rifuggono ciclicamente le piattaforme una volta che queste vengono colonizzate dai genitori. in particolare, quando invece che compiere il minimo sforzo e quantomeno tentare di modificare il proprio linguaggio adattandolo a quel medium, il boomer di turno pretende di snaturare il social.
quindi arriva calenda a salvare i giovanissimi dalla vacuità dei social parlando di politica e cultura, e lo fa guarda un po’ esattamente a un mese dal voto. ed è questo che della scelta del leader di azione angoscia di più: il fatto palese che reputi i giovani dei completi rincoglioniti che non sanno riconoscere l’amo gettato sotto elezioni con quell’ironia che trasuda paternalismo da nonno castoro intorno al falò.
e sì che due cose sui social calenda aveva anche dimostrato di capirle, ad esempio quando affidò il suo account twitter a luca bizzarri nel 2020, dopo che questi aveva criticato il suo modo di fare comunicazione. una scelta intelligente sul piano politico quanto umano, posizionando l’allora candidato al campidoglio con simpatia agli occhi anche dell’elettorato più giovane. niente a che vedere con questo triste scivolone fuori tempo massimo, alla ricerca disperata di qualche voto under-40 da racimolare entro il 25 settembre.
i canali per la promozione culturale in italia ci sono già, il migliore tra tutti si chiama “scuola pubblica”: visto che ti candidi alla guida del paese comincerei da lì, che cade a pezzi. altrimenti se ti vengono altre idee geniali puoi chiedere a quel frescone di franceschini, che di milioni ne ha già bruciato qualcuno con la sua “netflix della cultura” (a proposito, ci sono notizie?). dio santo, ma quanto manca a natale?
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