Giulio Rubinelli Giulio Rubinelli

Un consumatore mi disse

Per capire cosa desiderano “i consumatori”, temo, dobbiamo porci la domanda inversa: cosa temono i consumatori? Non siamo pronti per sentire la risposta.

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Uno sguardo che puzza

Se lo avessi visto fare a un adulto, avrei pensato che fosse impazzito, che fosse in preda a un crollo nervoso.

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Più misterioso, più intimo

Un senso di fiducia nell’inconscio al di là della cecità: vedendo meno non acuisce altri sensi, ma un canale più “misterioso”.

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Vedi, Milano?

Milano alla fine è un paesone. Chi scambia Piazza Affari per Wall Street non è mai stato a New York.

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Quell’unico libro

Cronache dal Paese più strano del mondo: nessuno legge mai manco per sbaglio, quell’unica volta che lo fa, finisce in galera. Sono cartoline che fanno per il turismo più di mille campagne. Altro che Intelligenza Artificiale. 

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Non curanti

Scopriremo mai quanti milioni di cinesi si sono ammalati e infortunati, quanti indonesiani sono morti producendo le nostre superflue vaccate da 2€ l’una? 

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Un buon copy vi seppellirà

Non un copywriter d’agenzia, non Ernest Hemingway, nemmeno David Ogilvy, ma qualcuno nei servizi segreti. Qualcuno di cui non si conoscerà mai l’identità, ha coniato uno dei copy più ficcanti che io abbia mai sentito. 

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“In un’altra vita avrei”

Anelo vite parallele per semplice esercizio della fantasia, sempre accompagnando all’immaginazione un dispiacere sincero per queste vite che non vivrò mai.

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Alla ricerca di tutto

Tasta come un cieco, mentre gli occhi esplorano il mondo, slegati dal movimento delle dita, che invece cercano appigli intorno a sé.

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L’inspiegabile noia

Seguire il calcio è una dichiarazione d’amore: si tifa come atto di fede, cioè con due fette di prosciutto sugli occhi, accecati dal suo valore simbolico e tradizionale.

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Memoria di un corpo

Ci sono cose, come la lettura, che non si possono disimparare: una volta imparato, non ci sarà mai più un momento della nostra vita in cui non sapremo leggere.

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La madre di tutte le bolle

È un brusco risveglio, quello all’indomani delle Olimpiadi, che ripiomba il mondo nella miseria del sensazionalismo.

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Troppa vita

Il mare, così all’improvviso, è come un pianto a dirotto, dopo anni vissuti a denti stretti.

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In silenzio, sul tetto di Milano

Sarebbe bastata un tappo di bottiglia dimenticato, un mozzicone di sigaretta, uno scontrino accartocciato, la suoneria di un telefono. Invece.

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New Work :)

Mettendo a proprio agio le persone si ottiene tanto, tanto di più. Vale un quesito.

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Il volo del Mondo

Esibirsi davanti a ottantamila persone, cimentandosi in questo prodigio della biomeccanica, per lui sembra una semplice formalità.

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Un mondo offeso

Forse non mi ha salvato, però mi ha dato una speranza: non sul momento, ma tutta quella che mi sarebbe servita più tardi, fino ad oggi, e oltre.

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