Non curanti

Un giorno ci verrà chiesto conto di come abbiamo potuto non domandarci cosa si nasconda dietro a quei “Made in” così esotici. Cina ovviamente, ma anche Pakistan, Bangladesh, Indonesia: così lontani dagli occhi, dunque lontani dalla mente. Cosa ci ha dato la libertà di disinteressarci dell’origine della totalità, ormai, dei prodotti del nostro vivere quotidiano. Come abbiamo potuto credere di poter acquistare un ventilatore per 12€, una cover per cellulare a 4€, un tavolino a 20€. Tutto, rigorosamente, Made In Asia. Non c’è un solo scenario in cui questi prodotti - uno qualsiasi dei prodotti che quotidianamente compriamo, indossiamo, utilizziamo - vengano realizzati rispettando i diritti degli operai che li fabbricano. Non c’è un solo scenario - come potrebbe esserci? - in cui questi prodotti rispettino, anche in minima parte, la filiera sostenibile che i singoli governi si sono impegnati a rispettare. Scopriremo mai quanti milioni di cinesi si sono ammalati e infortunati, quanti indonesiani sono morti producendo le nostre superflue vaccate da 2€ l’una? 

Oggi il Trade Union Congress - la più ampia federazione sindacale britannica - ha pubblicato una video inchiesta sui suoi social, introducendosi in una fabbrica di sigarette elettroniche cinesi. L’intervistato è un ragazzo sulla ventina che, nell’arco di una giornata, testa 10.000 sigarette; ovvero inala uno per uno i dispositivi testandone l’efficacia ed il gusto. “Tu fumi?” gli domanda il giornalista; “In che senso?” domanda il ragazzo. “Dopo lavoro, tu fumi sigarette?” Quello gli rivolge uno sguardo vitreo: “Certo.” 

Può essere questa la vita di un essere umano? La sua fonte di reddito per soddisfare la nostra necessità di spendere sempre meno per cose di cui non abbiamo bisogno? E soprassediamo sul lavoro minorile nelle piantagioni di cioccolato e nelle miniere di litio. Infondo sul nostro cellulare non c’è scritto “Estratto in Mali” - possiamo anche fingere di non saperlo - ma c’è ben scritto “Made In China”. Quando abbiamo smesso di vedere i volti dietro a questi onnipresenti avvisi? 

Non è una domanda retorica. Io una mia personale risposta me la so dare: è il 20 luglio 2001, con l’estinzione (il termine non è casuale) del movimento No Global. Il termine, lo ripeto, non è casuale. Lì abbiamo smesso di curarci della sofferenza altrui. Lì - proprio lì, in Piazza Alimonda - hanno vinto loro. 

parole: 381

Indietro
Indietro

Per fortuna c’è chi continua a turarsi il naso

Avanti
Avanti

Un buon copy vi seppellirà