La madre di tutte le bolle

Me lo ricordavo già dalle altre edizioni delle olimpiadi, questo senso di torpore, di risveglio dopo un lungo sonno, all’indomani della cerimonia di chiusura. Due settimane che paiono tre mesi, così immersi nel futile gossip del villaggio olimpico, addolciti da gesti di inaudita sportività, assuefatti a una bellezza che ci verrà preclusa per i prossimi quattro anni.

L’olimpiade è la madre di tutte le bolle e lo si scopre al primo tiggì, subito annaspante nel vuoto estivo di notizie, subito violento, subito disperato. È un brusco risveglio, quello all’indomani delle Olimpiadi, che ripiomba il mondo nella miseria del sensazionalismo, dopo due settimane in cui il sensazionale era all’ordine del giorno.

Delle Olimpiadi si ha nostalgia subito, giusto il tempo di dimenticarsene, soffocando nella mediocrità di giornate in cui l’unico record è quello segnato dal caldo.

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