Troppa vita

Dopo Genova Brignole ci sono ancora un paio di gallerie. Galleria, galleria, poi si apre il mare, a picco, sconfinato.

È un tragitto che negli anni avrò fatto centinaia di volte, ma che non smette mai di colpirmi. Maestoso, imponente, frutto della mente di un grande scenografo, più che di un ingegnere. E chi lo sa, nonostante il sole, ripartendo da Genova, si prepara e comincia ad alzare la tapparella. È la meraviglia del Paese, che ti sorprende come in un gigantesco teatro, come in uno spettacolo di magia, un numero di prestigio che smaschera la monotonia della pianura e che coglie sempre impreparati, per quante volte vi si possa avere assistito.

Il mare, così all’improvviso, è come un pianto a dirotto, dopo anni vissuti a denti stretti. Liberatorio e accecante, tra i singhiozzi di troppa vita.

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La madre di tutte le bolle

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In silenzio, sul tetto di Milano