mettete dei fiori nei vostri cannoni
tra cavoli e zucche, il corpo centrale del panzer è stato convertito in una fossa di compostaggio, mentre la torretta si presta ad aiuola variopinta. così si resiste all’orrore e alla bruttezza.
vita in polvere
sulla a11 si attraversano i territori consumati dal rogo di massarosa: uno spettacolo desolante che puzza di morte e di terra in frantumi.
il passero marchigiano
scopro che il passero in realtà dovrebbe essere un picchio e che lo sforzo creativo è stato compiuto non da una ma da ben due persone. tante ce ne sono volute. ma non è tutto.
il potenziale disgraziato
“che non si è manifestato o realizzato, ma che possiede tutte le caratteristiche affinché ciò avvenga, con il dovuto culo.”
tumore
la crisi di governo porta ancora una volta la firma dell’eterno tumore della nostra politica, la graminacea più volgare e tenace, indebellabile e inscalfibile, con la quale ormai conviviamo in totale rassegnazione e intorpidimento.
una parte del paesaggio
al cane piaceva, un merlo ci aveva fatto dentro il nido, noi ci giravamo scomodamente intorno e il gioco era fatto.
il silenzio che ho perso
è il silenzio della morte o della città, dove dopo una cert’ora nulla è più vivo, ma certo non è il silenzio della montagna, che è un concerto cui ognuno prende parte con il proprio strumento: la gioia del cuore e dell’amore, della fame e del tormento.
è “soltanto” accountability elettorale
torniamo a rendere la politica importante, una ragione valida per interrompere rapporti di amicizia; ricreiamo un rapporto divisivo e intransigente sulla base del proprio voto.
roma ai romani
più coglione del coglione è chi permette al coglione di esprimersi senza munirsi dei mezzi per impedirgli di anche avvicinarsi ad uno degli edifici simbolo della nostra - presunta - civiltà.
lost in čechov
perché la prima rappresentazione del gabbiano di čechov è un fiasco, mentre la rilettura di stanislavskij è un successo? tutta una questione di genere. oppure mi sono perso nel ragionamento.
ogni maledetta domenica
quanti testimoni oculari dell’italia post-bellica mancano prima che quella penisola ci ritroveremo a leggerla soltanto nei libri di storia? addio eugenio, compagno di tante domeniche in famiglia.
l’introvabile tagliaerba elicoidale
il cinema mi aveva abituato a questo strumento che non uguaglierà un prodotto a carburante, ma che mi sembrava combinare zeitgeist e maneggevolezza.
caving-out
trovo meraviglioso che perfino la lotta alla mafia possa passare dall’esibizione delle nostre fragilità e non per forza da messaggi di eroica muscolarità.
un ricordo incerto
partecipo a un dolore per interposta persona, a un dispiacere riflesso, incapace di provarne uno che sia tutto mio. ciao lucia.
il feuilleton del secolo
un’opera che si va ad aggiungere all’olimpo dei grandi, misurando carrère non più soltanto come scrittore, ma in maniera più ampia come narratore a tutto campo
dialettica urbana a mezzo protesta
“ciao! io sono una pianta. il cestino è lì →” un biglietto che ha richiesto l’analisi di più scenari. a partire da quello in cui qualcuno non ha mai visto una pianta prima.
natalia kolesnik e i gatti
bombardare zone residenziali è un crimine di guerra. ripetiamocelo ogni tanto prima di dimenticarci che queste scene hanno luogo sull’uscio di casa nostra.
eroi quando nessuno guarda
c’è sicuramente al mondo qualcuno che ha i soldi da buttare e che possiede il suo complimentatore personale. beato lui.
6 bottiglie, 2 cinghie
serve altro messaggio più dirompente a cambiare direzione, che l’iniziativa intelligente di un competitor? la proposta di acqua presolana, dio la benedica.
senza manco vederla
ci sono partite che ti tolgono il respiro anche solo seguendo il punteggio su google.