senza manco vederla

non esisteva una possibilità al mondo che io oggi potessi assistere alla partita in diretta. avrei voluto tanto, ma sarebbe stato impossibile. in una giornata lavorativamente satura, mi sono concesso il lusso di seguire il punteggio dei quarti di wimbledon su google. a qualcuno starà venendo l’orticaria. ho cercato invano una radiocronaca e alla fine il live score è risultata la soluzione più plausibile. “meglio non seguirla affatto,” mi sono detto; eppure già dal quarto game mi sono reso conto che mi sbagliavo: ci sono partite che ti tolgono il respiro anche solo seguendo il punteggio su google. ho montato una trentina di slide con la finestra ridotta solamente a quella lunga sequenza di numeri, lì, in un angolo del desktop, mentre guardavo quel punteggio inseguirsi secondo una logica tutta sua, le cifre impazzite, sorpassarsi, seminarsi, recuperarsi, allungarsi, restringersi, fare al gatto e il topo per tre ore e mezza infinite.

della partita vera e propria ho visto gli highlights soltanto ora. posso garantire che, pur essendo tecnicamente spettacolari, non sono minimamente all’altezza di quello che ho avuto l’angoscia di immaginarmi durante il pomeriggio. grande jannik, lo hai tirato scemo. almeno per un po’. e scusa se è poco.

parole: 199

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6 bottiglie, 2 cinghie

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