ogni maledetta domenica

per quanto potesse non piacere, la morte di eugenio scalfari è come uno di quei monumentali blocchi di ghiaccio che crollano nell’oceano agli apici del pianeta. rappresenta, la sua scomparsa, un pezzo di storia di questo paese che in un attimo si scioglie e torna ad essere acqua, erodendo un altro po’ la memoria storica del novecento italiano, con le sue luci e le sue ombre, i suoi manierismi e la sua umanità.

e forse è stato scorretto cominciare come ho cominciato, ma è pur vero che a me - come a molti altri - scalfari non piaceva granché, troppo autoreferenziale, una scrittura pesante, eccessivamente costruita e ostentativa. epperò i suoi editoriali domenicali son parte integrante dei miei ricordi d’infanzia, rappresentando la loro lettura ad alta voce l’irrinunciabile routine familiare del nostro fine settimana, al mattino, generalmente in soggiorno. che infanzia! potrete pensare; ebbene sì, anche a me fa sorridere che proprio quell’appuntamento rappresentasse il perno della nostra domenica, ma tant’è, lo si leggeva e poi lo si commentava - i miei lo commentavano, io ancora ascoltavo e assorbivo - e quel lunghissimo resoconto fissava l’agenda dei nostri pensieri sul conto della settimana appena trascorsa.

per conto mio, poi, scalfari l’ho letto poco. forse faticavo a riscontrare una eco con le questioni della mia generazione, infondo lui me lo ricordo già vecchio quando ero bimbo; eppure oggi, leggendo la notizia della sua morte, ho proprio sentito un momento di vuoto e di sincero dispiacere. sarà poi mica colpa sua se repubblica col tempo è diventata questa roba qui. quante personalità come eugenio scalfari ci separano dal superamento di un certo ventesimo secolo? quanti testimoni oculari dell’italia post-bellica mancano prima che quella penisola ci ritroveremo a leggerla soltanto nei libri di storia? sempre meno. un bel guaio, certo, ma per certi versi - mi sia consentito suggerire - anche giusto, naturale e, forse, meglio così. grazie per tutte quelle domeniche, eugenio, e buon (meritato) riposo.

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l’introvabile tagliaerba elicoidale