grato a chi, grazie di cosa
lost in translation con la app di mindfulness, che vuole da me qualcosa che proprio non posso darle: la gratitudine. cronaca dell’overthinking e di compiti fraintesi, di rivoluzioni sudamericane e di traffico sulla genova-livorno.
lo zen e l’arte di dipingere un cancello
dipingendo il cancello ho scoperto quanto mi infastidisca dipingere il cancello e quanto, nonostante il fastidio, la mia soddisfazione risieda nel mero fatto di avere imparato a farlo.
lina orsolina e i miei vent’anni
chi ha la mia età o poco più, ha anche un aneddoto che ha a che fare con lina e con il suo locale. io ne ho due, senza rimpianti e senza nostalgia, specialmente per quel vino.
benvenuta, vale
cercando negli ultimi due anni una persona con la quale collaborare, difficilmente avrei potuto pensare a un uomo; infatti poi la scelta è ricaduta su valentina, che oggi è entrata in organico.
le scuse di jun woo (di mesi 4)
ma che cosa siamo diventati, per non possedere la più basilare empatia per tollerare i vagiti di un neonato? l’ennesima storiella colma di retorica dal web, questa volta, mi ha nauseato.
città vuota
moretti amava girare per roma in agosto con la sua vespa come piaceva anche al gassman del sorpasso in automobile, perché entrambi attratti a loro modo dalla morte, l’uno incombente per malattia, l’altro per accidente.
musica che non ascoltavo da solo
“che musica ascoltavi alla mia età?” mi chiederà e io non potrò rispondergli jax e gli 883. ma grazie all’intuizione di un algoritmo svedese, mi sono ricordato da dove vengo. e dove devo andare.
tetti
in finlandia, dal 2025 non ci saranno più senzatetto. come si dice: “avere un tetto sopra la testa.” e da noi intanto si specula facendo campagna elettorale a lampedusa.
“conta solo il successo”
è una frase che da qualche ora mi da il tormento. il successo è quello che ha garantito la fortuna delle imprese e la sfortuna del pianeta, la benedizione dei calcolatori e la sciagura dei visionari.
è nato prima l’uovo o la gazzetta?
va bene tutto, però se il calcio femminile poi non lo guarda nessuno, hai voglia a buttarci i milioni. se non vengono menzionati nemmeno i tornei apicali delle squadre femminili, come possiamo pretendere che a chiunque venga lontanamente il dubbio di guardarli?
dov’è la fregatura
della grettezza che ci circonda va incolpato un certo modo di vendere, ma anche un certo modo di comprare: l’assenza di generosità nasce dal timore di venire fregati. sempre.
i mandanti in campagna elettorale
ciclicamente, a furia di tirare la corda dell’odio, la corda si spezza. i mandanti morali dell’omicidio di civitanova marche, hanno nomi e cognomi. cosa voterà l’assassino il 25 settembre?
in coda sul k2
soltanto la bally peak outlook foundation, dichiara di avere raccolto oltre quattro tonnellate di rifiuti nell’arco degli ultimi due anni sull’himalaya.
che notte, quella notte
il vero lusso è potersi permettere di vivere fuori dalla città, e poi fuori ancora, più in alto, dove il 28 luglio del 2022 fa fresco e la pioggia cade regolare. ma fino a quando basterà?
ma che si ridono
non sempre, ma ogni tanto, dare un piccolo segnale di sobrietà, quantomeno le istituzioni, sarebbe d’obbligo, specialmente in settimane come queste. altro che dybala.
che al mercato mio padre comprò
mi ricorda i loghi della sinistra all’apice della disperazione: una quercia, con un ulivo, con una falce e martello, con la bandiera italiana, con un garofano che al mercato mio padre comprò.
nera (non) per caso
qualcuno continua a ripetere che la meloni non è fascista, quando la meloni stessa fa di tutto per comportarsi il più possibile da fascista. è così difficile chiamare le cose col proprio nome?
mettete dei fiori nei vostri cannoni
tra cavoli e zucche, il corpo centrale del panzer è stato convertito in una fossa di compostaggio, mentre la torretta si presta ad aiuola variopinta. così si resiste all’orrore e alla bruttezza.
vita in polvere
sulla a11 si attraversano i territori consumati dal rogo di massarosa: uno spettacolo desolante che puzza di morte e di terra in frantumi.
il passero marchigiano
scopro che il passero in realtà dovrebbe essere un picchio e che lo sforzo creativo è stato compiuto non da una ma da ben due persone. tante ce ne sono volute. ma non è tutto.