ma che si ridono

meno male che a roma hanno da festeggiare. è stato presentato ieri dybala al colosseo quadrato in un tripudio di scenografia, fuochi d’artificio, proiezioni, sotto gli occhi di qualche migliaio di tifosi. tutto st’orgoglio nella capitale degradata, sommersa dall’immondizia, invasa dai cinghiali, martoriata dalle buche, dove le opere pubbliche incompiute non si contano più e a prendere un bus ci puoi rimanere stecchito, la città della corruzione e simbolo del degrado morale del paese. ma loro hanno dybala, mi pare una ragione bastante per festeggiare. stessa cosa a maggio con la vittoria della conference league, manco fosse la champions, la capitale paralizzata per tre giorni. “ma noi a roma semo ggente de core”. e lo capisco ancora da parte del borgataro di turno, ma francamente che fatica tutti i giorni vedere giornalisti, sedicenti intellettuali, ma soprattutto politici (che, non serve specificarlo, dovrebbero avere altro per la testa in questi giorni) trascorrere le proprie giornate a ritwittare su dybala. per decoro, per responsabilità, per dignità, forse, dico forse, in piena crisi e recessione, con il paese allo sfascio, dico forse, sarebbe carino ogni tanto, non sempre, ma ogni tanto, dare un piccolo segnale di sobrietà, quantomeno le istituzioni. perché, stupisce doverlo ricordare, c’è poco da ridere. ogni giorno che passa, ahimè, ahinoi, c’è sempre meno da festeggiare. eppercarità, sacra distrazione il calcio in mala tempora, lo dico da tifoso, ma non facciamone un trionfo, che non ci facciamo bella figura.

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che notte, quella notte

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che al mercato mio padre comprò