che notte, quella notte

estraendo un maglioncino dall’armadio lei mi fa: che lusso! e io: che cosa? la pioggia. e io: già. è uno scambio potenzialmente innocuo, ma dal quale ci ridestiamo bruscamente scambiandoci uno sguardo mesto. è un lusso, di questi tempi, la pioggia. per non parlare del maglioncino. ci sono 19 gradi fuori e finalmente una pioggia regolare, cadenzata, non bulimica e vorace come quelle alle quali ci siamo abituati negli ultimi mesi. è una pioggia bella da osservare dai gradini di casa. se fumassi ancora sarebbe il tempo perfetto per godersi qualche boccata, ma mi accontento di guardare il bosco con le mani in mano.

è dunque questo che ci aspetta? saranno questi gli scambi abituali delle estati a venire? sarà una fortuna, un lusso, la pioggia? la neve in inverno, una giornata tiepida in primavera, un dolce tepore in autunno? il vero lusso è potersi permettere di vivere fuori dalla città, e poi fuori ancora, più in alto, dove il 28 luglio del 2022 fa fresco e la pioggia cade regolare. ma fino a quando basterà? quando, anche quassù, ci troveremo sbarrati in casa nelle ore più calde di agosto? e allora in città come vivrà la gente? e mio figlio, come vivrà mio figlio, le sue torride estati? quanti giochi all’aperto gli saranno negati, quanti pesci da osservare con la maschera sott’acqua, quante ore di infanzia e di gioia e di spensieratezza estiva, questo triste clima gli avrà sottratto?

è un lusso, sì, una serata così. eppure che peccato pensare che sarà un lusso di cui non potrà godere nessun altro in futuro. ce le ricorderemo, serate come questa, con amarezza e nostalgia. che peccato.

parole: 276

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