in coda sul k2

è diventato virale un video, datato 22 luglio, che ritrae oltre un centinaio di alpinisti in cordata lungo il tratto più pericoloso verso la vetta del k2. fermi, in coda. a ottomila metri. è un’immagine che sarebbe ridicola se non fosse drammatica. perché va bene lamentarsi della folla sulle spiagge sicule, del sovrappopolamento delle nostre coste in estate, del turismo di massa cheap e ignorante, ma santiddio dove deve andare un cristiano per avere un po’ di pace?

perché sembra ridicolo, ma gli ottocento e passa alpinisti che ogni anno raggiungono la vetta più ambita al mondo, si lasciano dietro una marea di rifiuti da non crederci. solamente la fondazione sponsorizzata da bally (brand svizzero del lusso), la bally peak outlook foundation, dichiara di avere raccolto oltre quattro tonnellate di rifiuti nell’arco degli ultimi due anni sull’himalaya.

e così anche i luoghi più remoti del pianeta, irraggiungibili per eccellenza, non sono esenti dal nostro schifo. che il turismo di massa abbia  col tempo (e da tempo) raggiunto le vette più ostili della terra è un ulteriore segnale di allarme e che dovrebbe aprire finalmente gli occhi sull’importanza di tutelare il patrimonio naturale del nostro povero pianeta.

in coda a ottomila metri, perdìo.

parole: 205

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