Ci vorrebbe un girone speciale per gli artisti schiavi del potere. O l’arte è libera o è prostituzione.

Mi pare che non ci sia nulla di più patriarcale di un uomo in ferie per la giornata dedicata ai diritti delle donne.

Una patacca albanese così è difficile che si distingua da una patacca napoletana. Tutto italiano, nulla italiano.

Mezza giornata in agenzia riporterebbe in equilibrio le fantasie dei populisti, toglierebbe loro il sonno per settimane; poche ore dietro la mia scrivania li trasformerebbero in abbonati al Sole 24 Ore.

Avrei potuto riguardare “Berlinguer ti voglio bene”, ieri sera. Ma non ne ho avuto il cuore. L’invecchiamento di Roberto Benigni è un danno d’immagine per l’Italia quanto il naufragio della Concordia.

Perché avevo la spesa a rimorchio , altrimenti sarei andato da lui, gli avrei stretto la mano e gli avrei detto: “È un onore conoscere il futuro campione degli Australian Open.”

È stato, sinora, il momento di più profonda connessione tra noi due. Il primo di una lunga serie.

Non la crisi climatica, non le derive autoritarie di estrema destra in mezzo mondo, non la minaccia di un conflitto nucleare. Il pericolo più “brutto” del nostro tempo è l’inclusività.

Le biografie delle celebrità nascondono spesso un contesto svantaggiato, oggi sempre più raro nel ricco Occidente. A discapito di una certa epica che mai nuoce.

Di fatto la tanto temuta intelligenza artificiale è già da tempo tra noi, da quando cioè abbiamo un accesso infinito al creato, dandoci l’impressione che l’innovazione sia diventata impossibile.

Ora più che mai capisco la necessità di quelle tabelle di allenamento che tutti i podisti più esperti di me non hanno mai mancato di raccomandarmi.

Essere genitori, ho scoperto, è una spinta alla creatività come pochissime altre. Troppo spesso, invece, nel nostro ambito chi ha un figlio viene penalizzato, roba da matti.

Se il ministro litigasse molto con la propria moglie, ma la menasse “soltanto nel 3% dei casi” sarebbe poco? Sarebbe molto? O sarebbe semplicemente sbagliato?

Come un’esposizione universale, dove ogni padiglione è stato assemblato a seconda di identità artificiali, ma poi tu sempre a Rho Fiera sei.

Così, in fila, la storia della musica rimane comunque di difficile comprensione per noi non addetti ai lavori, pur senza risultare più imperscrutabile.

Una narrazione elicoidale in cui i percorsi individuali si intrecciano, si separano, si rincontrano e si riseparano in una spirale continua e senza soste.

Fossero le cinture di sicurezza, il problema è che le pubblicità progresso non hanno mai funzionato. E sono lo specchio della classe politica vecchia e nuova del paese.

Chi vive in un contesto brutto ha due scelte, o contrastarlo, oppure mimetizzarsi nella bruttezza, aggiungendo il proprio brutto al brutto che lo circonda. Voi avete scelto.

Un medico che ha "troppo rispetto” per un medicinale è un medico che prende ancora il proprio mestiere con serietà e passione, con vocazione verso il paziente.

Dovrà prima o poi cadere il divieto di dare del fascista a un fascista. Cosa dobbiamo attendere prima di godere di questo beneficio? Le deportazioni?