Senza parlarci

É stato un lampo, gli ha attraversato gli occhi come un’ombra, e un leggero tremore gli ha accarezzato il mento. Guardandoci a poco meno di un palmo di distanza, i pensieri tristi che mi hanno colto fugaci e insperati in un momento di assenza, hanno intristito il mio bimbo. Che non sa dire più di dieci parole, che ancora non cammina, che non è autonomo in quasi niente ancora, ma è capace, questo sì, di far proprie le emozioni di suo padre.

Superato il lampo, ho colto la trasfigurazione nel suo sguardo, l’ho consolato, l’ho abbracciato, scusandomi senza usare parole. È stato, sinora, il momento di più profonda connessione tra noi due. Il primo di una lunga serie. Con la speranza che non perderemo mai la capacità di ascoltarci, senza il bisogno di parlare.

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