Giardinetti Open
L'ho visto per una manciata di secondi, mentre assestava dei poderosi diritti in top spin da sotto il tavolo contro un avversario alto il doppio di lui. Secco secco, i capelli rossi come un bel tramonto, dall’alto dei suoi sei anni scarsi guardava la palla venirgli incontro con gli occhi non al di sopra della linea di rete. Se ne stava almeno a un metro di distanza dal tavolo, attendendo che il rimbalzo si esaurisse per poi ricolpire la pallina con tale effetto e rapidità che l’avversario difficilmmente avrebbe avuto il tempo di intuirne la traiettoria.
L’ho riconosciuto immediatamente. Perché avevo la spesa a rimorchio e i minuti contati prima della prossima riunione, altrimenti sarei andato da lui, gli avrei stretto la mano e gli avrei detto: “È un uonore conoscere il futuro campione degli Australian Open.”
Niente più che un film nella mia testa, certo. Però mi fa specie quando le persone, interrogate su cosa farebbero se potessero andare indietro nel tempo, rispondono “ucciderei Hitler nella culla”. Io non so se avrei la forza di uccidere un neonato. Nemmeno se fosse il Führer. Ma mi piacerebbe vedere giocare Sinner a ping-pong quando aveva sei anni, questo sì, e congratularmi per le sue future imprese. Se mi immagino la scena non stento a credere che quel soldo di cacio pel di carota mi risponda, con un sorriso furbo nello sguardo: “Grazie molte”. Non mi stupirebbe per niente.
parole: 237