In ferie tutte, in ferie nessuno
Mi sfuggirà qualcosa, a me povero tapino italiano. Da capo: oggi a Berlino è festa. Nel senso di “giorno festivo”. Proprio non si va a lavorare, nessuno. I negozi sono chiusi, gli asili e le scuole pure, tipo a Natale. Per la Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne. Dunque io, povero tapino italiano, ero rimasto che non doveva essere una giornata di festa, che non c’è nulla da celebrare, ma è un giorno di lotta, di protesta. Io lì ero rimasto, a un principio che pure sposavo. Poi qui dicono: “È per dare a tutti la possibilità di manifestare”. Ma per me la manifestazione è un atto di protesta: che protesta è essere in vacanza? E poi mi pare che non ci sia nulla di più patriarcale di un uomo in ferie per la giornata dedicata ai diritti delle donne. Cioè, per i loro diritti (negati dagli uomini, da chi altri?) anche gli uomini rimangono a casa. Che poi i giorni festivi (specialmente se cadono di venerdì) diventano occasione o per farsi una gita, oppure per pulire casa. E dunque, essendo chiusi gli asili e le scuole, finisce che una donna sta a casa a badare ai bimbi e a lavare le finestre.
È un dubbio mio, nessuna provocazione. Ma nella mia testa, se proprio un giorno di festa dev’essere, allora non dovrebbe essere festa esclusivamente per le donne? Oppure per nessuno e si fa sega al lavoro per andare in manifestazione. Tipo.
Che casino, a me su ste cose gira la testa.
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