Non sono Ugo

Mi piace sbirciare le prime righe delle biografie su Wikipedia. Andare a vedere da dove venivano figure di spicco, quale fosse il contesto in cui sono cresciuti, il mestiere dei genitori. In genere attaccano così: “Il padre Ugo, operaio di fabbrica, sposò Teresa, casalinga, nella cappella del paese.” E se Ugo non fa l’operaio allora è un postino e se Teresa non fa la casaliga è morta dopo il ventiquattresimo parto. È un modo come un altro per avvalorare il prestigio della celebrità, la narrazione del “contro tutto e contro tutti” rimane sempre la più efficace. Ma si tratta pur sempre di biografie di altri tempi, Teresa non muore più durante il parto (e comunque non si sognerebbe di spingersi oltre il secondo) e gli operai di fabbrica son merce sempre più rara. Per questo ogni tanto gioco con l’idea che mio figlio un giorno meriterà una voce enciclopedica e che sua madre ed io compariremo nelle prime righe della biografia. Il padre, creativo in agenzia, la madre project manager nell’ambito cinematografico? Fa ridere, non so perché. Forse perché perde molto romanticismo, una dimensione dickensiana di svantaggio che oggi, nel ricco Occidente, sempre più si fatica a trovare. Magari a discapito anche di una certa epica biografica. Pazienza, se ne farà una ragione. Non posso mica fare il postino per giovare alla sua biografia. Oh.

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