Sarebbe bello recuperare quel sangue al cervello. Quella rabbia che mi faceva dire cose smodate e scrivere pensieri interessanti.

Almeno provaci, stronzo! avrei voluto dirgli. Ma è soltanto un altro che non fa bene il suo lavoro. Come tanti. Con la differenza che il suo è un lavoro importantissimo.

Tutti i nostri sempre, i nostri mai, risucchiati dal fango come una scomoda pratica da sbrigare, per puro senso del dovere.

Una golf car che al massimo sarà andata a 20km/h, che percorrerà sì e no cento metri all’anno, avete aspettato il 2024 per farla elettrica?

Andare in scena per una sola persona è un’impostazione mentale che potrebbe tenerci a galla tutti, oggi giorno.

Lo vedi che, dietro a questi boy scout con le Sebago, si nasconde un muscolo involontario, un ormone di passione, una scintilla di imprevedibilità.

Come quando gli occidentali vanno in Tibet e incontrano il Dalai Lama: anche loro si vestono da cretini e si scambiano un tovagliolo di seta.

Il calendario dell’avvento quest’anno nasconde un libricino al giorno. Il primo racconta la storia di un cavaliere e delle sue soluzioni sostenibili per la gestione del castello.

Una zona dove dare la possibilità agli elementi più mesti della compagine di ricavarsi una nicchia di comfort, in cui cioè scambiarsi vicendevolmente le proprie mestizie.

Un surrogato di mare che taglia la Germania con grazie contorte, incornicia la Repubblica Ceca e poi - d’un tratto - si ferma, al confine con la Polonia.

“Perché vogliamo vietare i social media? Da cosa vogliamo proteggere i nostri figli?” La risposta non è semplice e non sarà facilmente sostituita da una legge.

Un amico leale. Un figlio modello. Un compagno irreprensibile. Nessuno è davvero così. Eppure in una narrazione esclusivamente intima, è lo standard che ho fissato per me.

Chissà quante interpretazioni altrettanto impeccabili ci perdiamo, da parte di attori dei quali non scopriremo mai i nomi.

Perché dovrebbe fingere di star male? Per farmi stare in pensiero? Forse, in un certo senso, sì.

Potrei essere a Udine, a Lucca, a Perugia o Macerata: il format è lo stesso e si chiama Italia.

Più cattolico dei cattolici, il comunista Rodari trasforma la preghiera di un passero in una parabola evangelica.

Appigli che conservo come cartoline, ritagli che necessito fermi nel tempo, per animarli con scene immaginate.

A guardarli sembra impossibile capire se si tratti di trentenni usurati o di cinquantenni con incalcolabili cantieri sul groppone.

La sua è commozione sincera verso le istituzioni, una passione civica incrollabile e, a voler essere cinici, sorprendente.

Sebbene tutti quanti a un certo punto se la aspettino, quando arriva sembra che la vedano per la prima volta.