Tre battute, dette (davvero) bene
Compare questo ragazzotto, faccia da schiaffi, in una delle prime scene di Gandhi. Ben Kingsley passeggia per le strade di Pretoria e non si lascia intimidire dalle minacce razziste del ragazzotto e dei suoi sgherri. Dunque li affronta. Il ragazzo ha tre battute in tutto, tipo “Scendi dal marciapiede” e “Stiamo pulendo la strada” - a un primo sguardo niente di sconvolgente. Bisognerebbe sapere che si tratta di un giovane Daniel Day-Lewis, oppure basterebbe osservare questo intervento, poco più di una comparsata, sotto la lente dei tempi e delle intenzioni. C’è da commuoversi nello scoprire quanta perfezione sia racchiusa in quelle tre battute, come l’attore temporeggi nello sporgersi per rispondere alla madre, quanta onesta minaccia e sincero disprezzo siano racchiusi nel suo sguardo affilato. Tutto in questa brevissima interpretazione è equilibrato e misurato. Chissà quante interpretazioni altrettanto impeccabili ci perdiamo, da parte di attori dei quali non scopriremo mai i nomi. Eppure tant’è. Lo sa dio come ci è finito, Daniel Day-Lewis, sul set di Gandhi. Ma siamo grati alla direttrice casting per l’intuizione.
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