La verità - me lo fece notare una ragazza molto garbata - era che sembravo un coglione. Ma la vivo bene.

Un atto criminale, un assalto ai valori democratici, un’aggressione bella e buona agli organi di informazione. Iperboli? Ho appena cominciato.

La “Generazione Mucca Viola”, le fattorie didattiche e l’unico periodo della vita in cui un maiale può essere nostro amico. Sempre che qualcuno ce ne dia la possibilità.

Il male del secolo si prende uno dei discepoli leali della Chiesa e la Chiesa non dovrebbe infilare la testa nella sabbia.

Mi piace pensare che da qualche parte, nel semibuio, qualcuno lo stia tenendo il conto, li stia segnando i nomi. Per dopo.

Uccidi un centinaio di civili e sono effetti collaterali. Ne uccidi trentamila ed è un genocidio.

Lui guarda in alto. È la prima volta che sente sta storia che la gente va in cielo. Mi sa che non se l’è bevuta.

Ancora una volta: la capacità di quell’orologio non soltanto di restituire l’ora, ma di restituire il tempo in senso lato.

Perché non delle poltrone in Campo dei Miracoli per rilassare il collo. O perché non una cabina per provare reggiseni sotto al balcone di Giulietta?

Dopo anni di osservazione ho capito che non c’è una regola per capire come andrà un volo. Ho smesso di cercare uno schema.

“Quindi è così che succede.” Sarà grande in un momento, come attraverso una lente, come in un sogno.

Ecco il vero monumento da proteggere dai delinquenti di Ultima Generazione: i grandi brand di lusso, l’emblema delle nostre aspirazioni piccolo borghesi.

Dovrà esserci un girone speciale dedicato ai dannati che sono riusciti a pubblicare un romanzo sul virus, perché io non l’ho letto.

Mi faccio la doccia, sistemo casa e sul cellulare mi compare la notifica di avvenuto versamento da parte del ministero. Altro che ansia climatica.

Qualcosa poi nella vita si perde, subentrano giudizi arbitrari, si sospende l’incredulità, la capacità di accettare l’impossibile, di mantenere viva l’emozione per le cose più semplici.

Famiglie da ogni angolo del Medio Oriente e dell’Africa Settentrionale, in una parata di colori, suoni e danze dei propri paesi di origine. A contributo della grande giostra comune, chiamata Berlino.

È una via molto buia di una città già buia di per sé, di un buio talvolta placido, talvolta sinistro. Ma è anche una bella sensazione, poter scomparire per alcuni minuti, come fantasmi.

Per giorni interi Ambrogio è l’uomo più solo del mondo. Con un gesto antico, che non ci appartiene più da generazioni. Da pirata vero.

Come, mi domando io, tutta questa pochezza - da entrambe le parti - questi capricci in diretta nazionale, riescano a catturare l’attenzione dell’opinione pubblica.

Un profilo ben fatto e gestito col cuore. Che parla alla comunità, senza per questo rinunciare a una qualità altissima di contenuti.