A maggio inoltrato

Le gocce d’acqua hanno tremato sul dorso della sua mano, senza brillare in un modo particolare, ma distorcendo la trama della sua pelle. Sarà capitato cento altre volte, ma questa sera mi ha rapito, durante quei pochi secondi, osservare come quelle manine di bimbo, attraverso la lente dell’acqua, mi siano sembrate delle mani di uomo. E ho pensato distintamente “Quindi è così che succede.” Un pensiero fugace ma limpidissimo: sarà grande in un momento, come attraverso una lente, come in un sogno. D’impulso avrei voluto scrollargli la manina, liberarla da quell’incantesimo. Ma poi non l’ho fatto. E ho accettato quell’allucinazione, come si accetta una giornata di freddo a maggio inoltrato.

parole: 110

Indietro
Indietro

Qualcosa in più

Avanti
Avanti

Dio. Patria. Vetrina.