un gioco che diverte, magari non tecnico, ma efficace, magari non bello, ma felice.

netflix ha cominciato la sua giusta battaglia per sgretolare l’ultimo baluardo della cultura made in prima repubblica

mai definizione più precisa di “cinesata” è stata fornita da un’olimpiade invernale senza neve

achille lauro, l’osservatore romano e l’importanza del contesto agli occhi di una generazione gelosa della propria trasgressione

in un paese in cui i morti sul lavoro sono quattro al giorno, le manifestazioni dei ragazzi non sono soltanto legittime, ma necessarie.

se davvero crede che ci sia un pericolo imminente, allora sta scegliendo di ritirarsi in un luogo sicuro e di lasciarmi lì, ignaro, alla mercé degli elementi.

e se la madonna apparisse soltanto agli animali? tanto se anche riuscissero a raccontarcelo non li prenderemmo sul serio

non so se l’offerta che mi sta facendo va bene o no, perché non so quanti chili sia un quintale ma soprattutto non so quanto valga un quintale di legna

alle 15 viene lanciato un post dal profilo del pd che celebra l’elezione di mattarella per il suo (insperato) bis. vi ricorda niente?

nonostante la distanza di vedute mi ha convinto ad abbonarmi per diversi anni al suo foglio, sempre alla ricerca dell’elefantino a conclusione di ogni suo articolo.

la cina cambia il finale di fight club e gli americani muti. il celodurismo da salvatori del mondo che si scioglie di fronte al business is business

alla scoperta di figure istituzionali nuove e che in tanti casi silenziosamente danno lustro al nostro paese

che dio ce la mandi buona. agli ucraini, certo. ma anche a noi, che mi sa che sta storia del presidente andrà per le lunghe.

una mobilitazione permanente di solidarietà guidata dalla spi cgil per reclamare la quota 100 di mattarella.

comincia una nuova avventura. per lei ma anche per me, che non ho mai avuto un cane e ora di botto mi trovo a dover imparare e capire.

gira e rigira son quelle le piattaforme più belle, quelle che dureranno più a lungo: quelle che ti garantiscono libertà.

avevamo diciannove anni e pesavo in tutto quanto oggi una sola mia coscia. forse non è poi tutta sta idea questa del cammino. o forse si.

i kyrgios del tennis contemporaneo staranno anche facendo un favore allo sport e alla percezione che ne si ha, ma di certo non lo fanno a sé stessi in quanto sportivi.

tra tutti gli artisti esposti all’albertina di vienna, rimane certamente picasso quello che mi colpisce di più.

è stato bello, per un attimo, credere di essere omar sharif, un poeta e medico dal cuore troppo grande per la guerra civile russa.