trasgressori gelosi

“non ci sono più i trasgressori di una volta” e bon, lo chiude così, l’osservatore romano, l’affaire achille lauro. duole dirlo: game, set, match. duole dirlo perché nonostante trovi il cantante insipido sotto ogni punto di vista - da quello musicale a quello performativo - fatico sempre a provare simpatia per la chiesa. in questo caso ci è voluto achille lauro, come anni fa ci volle quel fenomeno di travaglio per farmi stare simpatico berlusconi. 

eppure quanto ha ragione l’osservatore romano! ma cos’è la trasgressione oggi se non la brutta copia di trasgressioni passate? perché la trasgressione è data dal contesto: un gesto magari innocuo al giorno d’oggi, soltanto trent’anni fa sarebbe costato la carriera; figurarsi andando ancora indietro nel tempo. ma mi riferivo a trent’anni fa pensando al mio settore e alla pubblicità, quando verte campagne - dato un determinato contesto - ancora oggi risulterebbero impensabili. 

tipo questa. ve la immaginate la facci del cliente se presentassi questa creatività? se provassi a mettere sul tavolo una foto del papa con un copy che è una palese presa per il culo? e il colmo è che il cliente appartiene generalmente a quella stessa generazione che viveva di ben più spinti eccessi comunicativi, in un mondo in cui questi eccessi erano la norma. 

quindi si, ha ragione l’osservatore, eccome! ma va anche detto che la trasgressione è un giochino di cui chi ci ha preceduti è estremamente geloso. 

e a tal proposito mi viene in mente un passaggio degli sdraiati di michele serra: 

è chiaro il nesso, no? e se non lo è, tiro a indovinare, ma hai più di quarantacinque anni.

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