social vintage

leggevo oggi con piacere un articolo del new yorker, in cui si celebra la sorprendente longevità di tumblr. un successo personale, mi permetto di segnalare, essendo anni che propongo con una certa caparbietà a molti dei nostri clienti di considerare questa piattaforma, tanto schifata dalla strategia mainstream, quanto capace di offrire strumenti di una libertà sconosciuta ai nuovissimi media. 

io per primo sono stato un early adopter di tumblr, in quanto mi concedeva una customizzazione flessibile, quando un sito personale o era troppo difficile da gestire in autonomia (senza sapere di codice) oppure l’interfaccia faceva pietà al signore. così, rileggendo il pezzo di chayka (non significa gabbiano in russo? che meraviglia di cognome), ho rispolverato una mail risalente al 2013 che mi attestava un cambio di password e sono risalito a uno dei miei (si, ne avevo alcuni) account tumblr. piccola parentesi: come twitter, anche tumblr non ha mai imposto restrizioni al materiale pornografico, ottimo modo per continuare a fidelizzare orde di pubescenti.

insomma, gira che ti rigira mi imbatto in ben due distinti profili di mia proprietà: che film mi guardo stasera, in cui recensivo pellicole in programmazione sulla pay-per-view (onestamente credevo peggio, ma quanti aggettivi, quanta retorica!) e l’altro intitolato asphalt, che consisteva in ritratti fotografici di asfalto (figure particolari date da sbavature di vernice ecc), accompagnati da haiku o simil-haiku in inglese. all in all due bei profili, divertenti, liberi, estremamente personali e umani, molto più dell’onanistico instagram o del geriatrico facebook. 

ed ecco dunque che (toh!) i gen z rifuggono gli imbarazzanti genitori e i brand anche da tiktok, snap e ig per ricercare un po’ di quel vintage vecchio blog che tanto ha dell’eastpak con le dediche dei compagni, della smemo maciullata di scotch e delle confessioni degli amici. gira e rigira son quelle le piattaforme più belle, quelle che dureranno più a lungo: quelle che ti garantiscono libertà. hai voglia a dire che sti ragazzini non scrivono; tu prova a dargliene la possibilità, poi vedi. 

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