l’anno breve
sfruttiamo questo 31 dicembre per fermarci un secondo, soltanto un breve momento, a far mente locale e guardarci alle spalle. altrimenti verremo travolti da ciò che ci attende. di nuovo cinici, di nuovo arroganti, di nuovo impreparati.
a riveder le stelle
ci sono sprazzi di bellezza che, a fatica ancora si districano dal cavillo di orrori cui siamo tanto avvezzi.
“…quindi uscimmo a riveder le stelle.”
la comunicazione, ancora una volta, forse
e mentre – ancora una volta – la comunicazione in Italia si è dimostrata la prima delle voci di budget da sacrificare, una riflessione più oculata avrebbe permesso a professionisti, aziende, ma soprattutto istituzioni, di rendersi conto che, forse, la comunicazione era proprio la voce da non cancellare.
l’inizio e la fine, un tentativo
quando inizia una quarantena?
quando cominci a preoccuparti di quello che succede fuori e ti chiudi dentro? quando vedi le prime mascherine in faccia alla gente? quando il primo sconosciuto cambia lato del marciapiede vedendoti avanzare nella sua direzione? quando te lo dicono? col primo decreto? o col secondo o il terzo? con la paura?
quando finisce una quarantena?
ora la sfida dei brand è la ‘nuova normalità’
Il coronavirus ha portato venti di cambiamento in ogni aspetto delle relazioni umane. ci si è molto concentrati nelle ultime settimane, giustamente, nel valutarne gli effetti sulla vita sociale e lavorativa, tralasciando però a mio giudizio un aspetto importante, il cambiamento che sta coinvolgendo anche il settore della comunicazione.
questa estate non deve fare schifo
e mentre – ancora una volta – la comunicazione in Italia si è dimostrata la prima delle voci di budget da sacrificare, una riflessione più oculata avrebbe permesso a professionisti, aziende, ma soprattutto istituzioni, di rendersi conto che, forse, la comunicazione era proprio la voce da non cancellare.