volto e nome
l’occhio del 2020 è ormai tristemente allenato a ricercare il numero dei morti. le sconcertanti immagini che sono arrivate oggi dalla croazia e in particolare da petrinja ci ricordano (ce ne fosse bisogno, nel caso il 2009 o il 2012 risultino troppo distanti nel tempo) che non è necessario perdere la vita perché una vita sia distrutta. per la cronaca, tra le macerie - ad ora - sono stati rinvenuti cinque corpi, ovvero cinque vite spezzate che non devono in nessun modo impallidire di fronte ai numeri cui il 2020 ci ha abituati, anzi: questo anno ci dovrebbe avere educati proprio a ridare volto e nome ai numeri. no?
una vita, ad esempio, per la quale sarebbe il momento di mobilitarsi con estrema serietà e sollecitudine, è quella di patrick zaki, ancora prigioniero in egitto (da febbraio) perché attivista per i diritti umani e per il quale si temono le sorti del povero giulio regeni.
se è dunque vero che il 2020 dovrebbe averci insegnato a ridare volto e nome ai numeri, allora ci si aspetterebbe - tra le altre cose - la cessazione della vendita di armi al regime egiziano o, per lo meno, le dimissione dell’ambasciatore cantini. ma se c’è qualcosa che ci ha invece insegnato il nostro ministro degli esteri è che uno vale uno soltanto quando porta voti e patrick zaki, purtroppo per lui, non può votare in italia - quindi sciopa.
per noi italiani un terremoto è un evento fin troppo conosciuto, che deve risvegliare necessariamente la nostra empatia umana; nonostante il caos, nonostante le nostre energie siano indirizzate unicamente a una necessaria ripresa del paese, è fondamentale che l’italia si mobiliti per sostenere gli amici croati.
questo non significa, tuttavia, che se abbiamo toccato la tragedia di un terremoto con mano, ma per fortuna non quella della tortura, allora la tortura e l’ingiustizia debba toccarci di meno in quanto esseri umani.
cosa abbiamo imparato, veramente, da questo sciagurato anno? solo quanto sia difficile restare in casa? spero davvero che il fatto, per una volta, di essere stati colpiti tutti quanti dalla medesima calamità ci possa avere aperto gli occhi sulla reale vocazione che tutti dovremmo condividere per natura: quella di ragionare e agire in quanto comunità.
e se davvero continuiamo a non riuscire a dare volto e nome ai numeri, allora, quantomeno, diamo giustizia a chi un nome ce l’ha: patrick george michael zaki suleman. che, in nome dei valori dei quali tutti ci riempiamo la bocca in questo fortunato angolo di mondo, deve tornare libero, adesso.
p.s. ah si, anche oggi sono morte 659 persone, solo in italia, di covid. lo dico così, per non perdere il contatto con la realtà.
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