la neve a roma
ricordo con particolare tenerezza la nevicata che fece a roma qualche anno fa; doveva essere il 2014 o giù di li, perché abitavo a roma da poco. era un periodo di grande incertezza per me, avevo preso chili e bevevo molto. poi una mattina mi sveglio e stava nevicando. dal mio appartamento a garbatella potevo vedere i lotti innevati. sono andato a fare colazione al bar e la gente non parlava d’altro. “te senti a casa, eh giuliè?” rideva sonia, la barista. bevo la mia spremuta e mando giù il cornetto, poi infilo la prima strada verso largo sette chiese. i bambini hanno espressioni sbalordite, molti di loro non l’avevano mai vista, la neve. e mentre cammino, comincio a ripensare agli inverni in montagna, ai giochi che facevamo io e mamma sul retro di casa nostra, al limitare del bosco. e ricordo di averci pensato così intensamente mi sono ritrovato a piramide, che non è proprio uno sputo. ma ricado nei miei pensieri e in men che dica sono già al circo massimo. qualche matto si era portato gli sci e faceva su e giù quei pochi metri di discesa, sotto gli sguardi divertiti e gli applausi di chi assisteva. mi girava la testa, un po’, da tutto il bianco che mi circondava e dal silenzio (fino a marzo scorso era impensabile di non incontrare automobili in coda in quel tratto di strada).
ho pensato a tante cose quel giorno. a come certe volte basti un evento inaspettato a farti sentire a casa, in un posto che casa non è. aveva ragione sonia: mi ero sentito a casa, forse per la prima volta. ed era stata una sensazione bellissima. auguro a tutti di vedere, almeno una volta nella vita, roma sotto la neve. perché l’inaspettato non deve essere necessariamente tragico. non dimentichiamocelo, nel 2021.
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