un anno terribile

nel weekend ho rimesso in ordine la libreria dei miei genitori e mi è capitato tra le mani un libro che devo aver letto dieci anni fa o più. dal titolo eloquente, “un anno terribile” di john fante è la storia di sto ragazzino secco, bassino e dai tratti mediterranei preso per il culo da mezzo colorado, che però ha il braccio più forte e veloce dello stato. gliene capitano di ogni, ma a lui basta avere questo braccio portentoso che lo fa apprezzare come il miglior lanciatore di baseball che la gente di quelle parti ricordi.

o una cosa così, non ricordo bene.

so che scorrendo le pagine mi spunta questa frase sottolineata da un me che non sono più (pare che in cicli di 7 anni tutte le cellule del nostro corpo si rigenerino, restituendo un mattino al mondo un uomo completamente diverso da quello di 7 anni prima — a me è un fatto che dà ai matti) e che dice: “se chiudevo gli occhi riuscivo a sentire il ronzio dei sogni per tutta la casa, poi mi addormentai”.

la famiglia è sempre al centro delle narrazioni di fante e con lei le tradizioni che gli abruzzesi del tempo si scorrazzavano attraverso l’oceano, usandole come cuscini durante le notti inquiete di burrasca. “full of life”, ultimo libro di fante (dettato alla moglie joyce quando era ormai privo di gambe e braccia, portategli via dal diabete — alla luce di questa informazione è impossibile non rivalutare il titolo dell’opera) comincia con una frase analoga: “Era una casa grande perché eravamo gente con progetti grandiosi.” Una frase bellissima che anni fa ho fatto stampare su un quadretto di resina e regalato ai miei per natale.

non mi ricordo perché l’anno del libro fosse poi considerato terribile, forse perché tutti consideriamo gli anni dell’adolescenza terribili. ma perfino fante inquadra la redenzione dei propri personaggi nel focolare domestico, per quanto spietato possa essere (quelli di fante, su per giù, lo sono tutti).

in un anno come questo, sono i sogni a proteggerci, il motore dei nostri progetti grandiosi. in un anno come questo, senza dubbio un anno terribile (e non solo per gli adolescenti), la famiglia è protezione, è dimostrazione che se siamo qui, oggi, vivi, è perché qualcuno, prima di noi, è sopravvissuto a crisi economiche, sciagure nucleari, guerre, pestilenze, carestie e via dicendo. prima di noi. la famiglia, negli anni terribili, ci riaccentra in un contesto che prescinde dal dato odierno dei contagi. e ci ricorda che, nonostante tutto, siamo vivi.

ci sono 2020 e 2020. alcuni son più terribili di altri.

questa sera tutti i miei pensieri sono per il mio amico eugenio e per il suo papà.

parole: 448

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