uvalde, texas
in qualsiasi paese evoluto, al primo caso di sparatoria in una scuola elementare, nell’ordine: salterebbero una quantità sistematica di cariche, verrebbero messe in discussione le leggi vigenti, si aprirebbe un dibattito pubblico interminabile, al culmine del quale - all’unanimità- si converrebbe che un fatto simile non s’abbia mai più a ripetersi. al primo caso. perché nessun essere umano dotato non dico di senno, ma di un cuore, potrebbe tollerare che a una famiglia venga tolto un figlio di sette anni in maniera così insensata e brutale. e non serve essere genitori per immaginare il dolore di coloro che hanno accompagnato i propri bambini la mattina a scuola e all’ora di pranzo hanno scoperto che non li avrebbero mai più rivisti.
più o meno la medesima, indignata reazione si avrebbe in italia, come in germania, in polonia, in svezia o in irlanda, ad esempio. possiamo realmente immaginare che in questi paesi, a fronte di una strage di bambini, venga tollerato il minimo gioco di potere, il più accennato tergiversare sulle cause stesse che sono alla base della tragedia?
nella nazione invece che è un intruglio proprio di italiani, di svedesi, di polacchi, di tedeschi, di irlandesi, e che dunque dovrebbe, di tutte queste culture, essere la più dotata di un’empatia spontanea e genuina, in interi decenni, anni di regolari e sistematici omicidi, non si è riuscito a convenire di mettere un limite alla vendita di armi da fuoco, se non altro quelle semiautomatiche.
nel paese in cui ci si indigna di tutto, in cui si prende tutto sul serio, in cui basta una battuta infelice per giocarsi una carriera intera, si tollera invece con estrema leggerezza che un diciottenne possa acquistare un arma in un supermercato come fosse un deodorante.
al primo caso. dall’inizio dell’anno invece, dunque parliamo soltanto del 2022, questo è stato il nono omicidio di massa avvenuto negli stati uniti. due dei quali a sfondo razziale. biden chiosa: “fermare la lobby delle armi!” ed è il presidente. chi dovrebbe farlo se non lui?
la più grande democrazia del mondo. andiamo bene.
parole: 343