biglietti da visita

consiglio a chiunque di sotterrare l’ennesimo rimasuglio del vecchio mondo: il biglietto da visita. “buongiorno!” mi direte voi che la sapete lunga, ma io no, ancora non lo sapevo della business card digitale col qr code. mi ha messo la pulce nell’orecchio quel mio amico che lavora coi norvegesi (a lui hanno dato proprio una specie di carta di credito con sopra il codice, vabbè): ho pensato “chissà quando ne avrò bisogno”. poi caso vuole che io domani debba andare a un convegno e ho finito l’unica cosa che bisognerebbe portarsi ad un convegno. quindi mi è ritornato in mente il consiglio dell’amico-che-la-sa-lunga e ho fatto un po’ di ricerca. la app migliore gratuita è hihello, che anche nella su versione base offre servizi bastanti ad assolvere i compiti di un überbiglietto, sul quale puoi caricare tutte le info come su un linktree. poi mi sono aggiunto il widget in schermata home e bon. ma aldilà dei consigli tecnologici (che così poco mi competono), mi ha fatto ripensare questo cambiamento, a quando da ragazzino guardavo i biglietti dei miei e fantasticavo di quando un giorno avrei avuto il mio, col mio nome, la mia posizione, il logo di un’azienda e i miei recapiti. rappresentava nel mio immaginario proprio l’approdo alle responsabilità di un adulto fatto e finito, di un genitore appunto, di un momento in cui tutto sarà stabile e solido e immutabile. rappresentava, insieme alla targhetta sulla porta, la cravatta, la penna nel taschino interno e poco altro, quel set di riconoscibilità che indicava il buon professionista, già lanciato in un avvenire di battute da ufficio e una routine monolitica. le porte ora le han tolte per trasparenza, la cravatta se la metti ti prendono per un dissociato, la penna ti serve quanto il fax. di base tutte le certezze rispetto al mestiere d’ufficio si sono ormai sgretolate. e pensare che stiamo parlando soltanto del hardware! quello che è successo sul fronte soft negli ultimi due anni comporta cambiamenti al momento ancora incalcolabili sul lungo  periodo. ma ecco, siccome mi è stato anagraficamente precluso vivere l’abbandono della cravatta, mi ricorderò il giorno in cui ho chiuso nel cassetto i biglietti da visita. con tutto quello che sono costati!

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di giovanni falcone resta la solitudine