di giovanni falcone resta la solitudine

esaurito l’immaginario da coppola e lupara, poco è rimasto nella cultura di massa del profilo mafioso. la battaglia della destra per confinare roberto saviano all’etichetta di rompicoglioni è stata un trionfo, relegando il dibattito sulla criminalità organizzata a una élite social di benpensanti. bisognerebbe indagare, oltre ai mandanti diretti del discredito, quali siano i complici lungo tutto lo spettro parlamentare. la lotta alla mafia, sul piano politico, si è via via ridotta a uno specchietto per le allodole in tempo di magra consensuale; se non peggio: basti rammentare la tragica sceneggiata perpetrata dal solito salvini, quando prima dell’udienza preliminare del processo open arms si era presentato in via d’amelio indossando una mascherina con il volto di paolo borsellino e una frase del magistrato. e poi la spettacolarizzazione della mafia, che ormai ha preso il completo sopravvento su ogni prodotto audiovisivo italiano — tanto che vien da chiedersi se avvengano altri fatti degni di racconto in questo paese oltre al narcotraffico e lo strozzinaggio. 

ecco. a trent’anni dalla strage di capaci, è legittimo domandarsi quale sia l’eredità del giudice falcone, oltre a qualche brutta fiction e il merchandising da quattro soldi. risale soltanto al 5 maggio scorso la notizia della chiusura di telejato, la piccola emittente di pino maniaci che opera tra partinico e corleone, uccisa dalla burocrazia per non essere stata ammessa nella graduatoria del digitale terrestre. “non ci ha spento la mafia ma lo stato sì,” era stato l’amaro commento di maniaci a trentatré anni dalla fondazione del canale. lui che per il proprio impegno era sopravvissuto a un pestaggio e negli anni ha accumulato decine di minacce rivolte a sé stesso e alla propria famiglia. ricordo ancora con orrore quando nel 2014 maniaci aveva ritrovato i suoi cani impiccati in giardino. ecco cosa resta di giovanni falcone: la solitudine della lotta alla mafia.

nel trentennale della strage di capaci, diamo poca retta alle lacrime di coccodrillo e ai minuti di silenzio in tv. facciamo piuttosto una donazione a telejato per raggiungere i quarantamila euro che servono a maniaci per portare l’emittente sul digitale terrestre. un gesto concreto per sostenere chi la mafia la combatte ogni giorno dell’anno, senza entusiastici proclami e a rischio della propria vita. 

per donare:

gofundme: gofund.me/08e7d09f

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