thriller sinner

i quarti di finale a monte carlo sono stati un thriller mozzafiato di oltre tre ore.  irrimediabilmente, come previsto dal regolamento, al termine del terzo set è stato incoronato un vincitore; eppure oggi è sembrata quasi una forzatura, tanto è stata equilibrata la partita, sia sul piano tecnico sia su quello mentale.

vincere così, perdere così, 5-7, tie-break, terzo set. una frustrazione commisurabile soltanto al vecchio golden gol nel calcio: frustrazioni che ti segano le gambe, che generano fantasmi. a noi, forse — sicuramente non a un giocatore come jannik sinner. sono partite come questa a consacrare i (pochi) giovani tennisti nell’olimpo dei grandi, a renderli temibili ai primi gradini del podio, a metterli definitivamente sulla mappa, come dicono gli inglesi. quando a vent’anni giochi come il numero tre al mondo. quando il numero tre al mondo capisce che i giochini da sotto non funzionano; che dovrà impegnarsi, niente scorciatoie, dovrà spendersi, se vorrà portare a casa la pelle.

hanno quindi giocato un tennis leale, continuo, disteso, quasi mai una smorzata, rarissimamente un serve-and-volley, colpi lunghi e centrali, tutti pesanti, tutti sofferti: il nemico di entrambi non è mai stata la rete, ma sempre la linea di fondo (anche se infine, galeotta è stata la rete e non la linea di fondo). 

sono stati, questi quarti di finale a monte carlo, incredibilmente ricchi di emozioni, soprattutto per chi ha avuto il piacere di seguire le altre partite di sinner nei giorni scorsi (contro ruusuvuori prima e contro rublev poi), perché determinante è il pregresso a marcare ulteriormente il dramma di questa sconfitta, così sacrificabile alla storia, così subdola nel suo contesto. 

in tanti abbiamo creduto che se sinner, sul 3-5 del terzo set, fosse stato in grado di riportarsi in parità - strappando un break che ha tirato in piedi tutto il pubblico del rainier - questa avrebbe davvero potuto essere la sua giornata. ma il tennis poi è così, capriccioso come un bimbo che dei tuoi sforzi se ne frega e reclama invece ciò che il suo umore gli suggerisce. e stasera ha reclamato la vittoria di sasha zverev. buon per lui. 

ora dovrà lavorare sulla prima di servizio, jannik, perché mannaggia la miseria la fatica che ha fatto a mantenere la battuta e quanta energia ha sprecato su punti che avrebbe potuto e dovuto portarsi a casa con ace sparati alla velocità della luce. ma la strada è decisamente quella giusta. 

non sarà stata monte carlo, ma monte carlo ha ringraziato. 

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