the world without fun

mi è cascato l’occhio sul nuovo flagship di fendi a milano. in particolare sui divani modulari fun, disegnati dagli svizzeri atelier oï. sulla falsa riga del tratto caratteriale distintivo delle collezioni fendi, vale a dire la giocosità, i designer bernesi hanno lasciato l’imbottitura far capolino da dietro la tappezzeria, con tagli fontaneschi lungo i margini. una scelta che mi ha incuriosito e fatto sorridere, dando l’idea che l’imbottitura lanosa esplodesse cercando una via di fuga verso l’esterno. come certe radici che si fanno strada attraverso l’asfalto o piante di cappero che si avventurano attraverso le mura di qualche fortezza sicula. addirittura, qualche anno fa, visitando le cave di fantiscritti, avevamo scovato delle graminacee affacciarsi attraverso invisibili pertugi del marmo stesso. 

era nel libro di weisman “the world without us”, che avevo letto che la foresta impiegherebbe cinquecento anni a divorare ogni traccia di periferia residenziale: a questo mi ha fatto pensare il divano di fendi. non si chiamasse “fun”, avrei perfino azzardato di avere imbroccato l’intento del designer. 

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