la polvere della storia

c’è il giardino dei giusti, al monte stella; un angolo di montagnetta in cui per ogni gesto d’amore verso l’umanità è stato piantato un albero. proprio lì, su quei quarantacinque metri di detriti scavati dai bombardamenti alleati, sul calare della seconda guerra mondiale. un simbolo di speranza, di pace, di futuro.

c’è anche un albero dedicato ad anna politkovskaja, al giordano dei giusti. è un melo, credo, perché in mezzo agli altri è tra i pochi a non gettare fiori in questi giorni di primavera. intorno ci sono ciliegi, gelsi, allori, melograni, nespoli e biancospini, tutti profumati e rigogliosi, festanti nella loro immobilità, eccessivamente gioiosi rispetto al lutto che rappresentano.

quello di anna politkovskaja no. ha un fogliame più severo, sembra non voler cedere al richiamo delle rondini né al volo delle gazze; pare voler dire “ve lo avevo detto” e ritirarsi in un lutto tutto suo, il melo di anna politkovskaja.

e c’ha ragione, il melo, ce l’aveva detto, anna. le abbiamo piantato un albero, noi, per quietarla, ma non le abbiamo dato retta. e ora sul monte stella, nella gioia della stagione, c’è un albero tutto triste che non se la sente proprio di sorridere. e quella targa, lì se ne sta - parte del paesaggio, come i ritratti in un vecchio museo. inutile e indispensabile, a raccogliere la polvere della storia.

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