un podcast fragile

comincerò a fare questa cosa, a breve, che voglio fare già da tempo. generalmente lo si chiamerebbe un podcast, ma poi chissà. senza gli orpelli di un podcast (“fatto bene”), vorrei cominciare delle chiacchierate con persone che siano disposte a raccontare della loro ansia, delle loro debolezze, della loro fragilità, in modo trasparente e aperto, in ambienti informali e magari anche in digitale. vorrei chiedere agli ospiti “come stai” e “come ti senti” e ascoltarli, ma ascoltarli veramente, dare loro (e quindi anche a chi ascolta) uno spazio libero in cui far cadere la maschera e raccontarsi, senza vincoli di formato: una puntata potrà durare uno o cinquanta minuti e non verrà tagliato niente, poiché lo scopo non sarà intrattenere ma, appunto, ascoltare. perché mi pare che perfino nei podcast lo scopo non sia più ascoltare, ma parlare, parlare il più possibile senza mai fermarsi, senza mai lasciare un attimo di sosta, quando invece mi pare chiaro, chiarissimo, il bisogno che ci sia di ascoltare e di venire ascoltati.

“fragile - un podcast da maneggiare con cura” sarà su substack a partire da questo mese.

per chiunque volesse intervenire (anche in forma anonima), potete contattarmi con un messaggio privato.

parole: 199

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