non si può più dire niente
la retorica vuole che “non si può più dire niente”, ancora una volta. non si può più dire niente, ma si continua a dire tutto, chissà perché. non si può più dire niente, forse, perché fino a ieri era lecito dire tutto, ma proprio tutto, anche ciò che lecito non avrebbe dovuto esserlo. non si può più dire niente in italia, osano dire, ma il solo fatto che lo stiano dicendo impunemente, dimostra la grandezza della puttanata che sostengono. purtroppo si può ancora dire tutto, ma proprio tutto. si può dire qualsiasi cosa, di qualsiasi entità, rivolta a chiunque. una dimostrazione? la zanzara è il programma di punta della radio della confindustria. e per tanti versi questo dovrebbe rappresentare il termometro della sconfinata libertà che vige in questo paese. non è vero che non si possono più fare apprezzamenti alle ragazze per strada. perché si fanno. non è vero che non si può più dire negro frocio e compagnia bella. perché ancora si dice. non è vero che non si può dire che è meglio assumere donne che hanno già avuto figli. si può. ho la netta sensazione che si possa ancora dire proprio tutto, soprattutto in italia. in italia la libera parola è ancora sacra. si può dar fiato alle tonsille in completa libertà e poi dire pure che il proprio parere, siccome scomodo, non è bene accetto. anche se non è vero. pure questo si può fare. si può persino dire che in russia sono più liberi che in italia. con la differenza che la stessa asserzione volta al suo opposto comporta, in russia, quindici anni di carcere. e allora sorge spontanea la domanda: c’è effettivamente qualcosa, qualsiasi cosa, che davvero non si possa dire? (salvo quanto previsto dalla legge, vale a dire l’illazione infondata, l’insulto personale, la minaccia, ecc)
più ci penso e più l’unica risposta che mi viene in mente è: la bestemmia (che è anche l’unico paletto nella trasmissione di cruciani). questo dovrebbe dirci molto del paese in cui viviamo.
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