in guerra è così
continua la rubrica del “sì, ma” con questo nuovo appuntamento dedicato alla violenza sui civili disarmati. in sintesi: no, in guerra non “è così”. non è lecito scroccare sigarette a dei passanti e sparare loro nella schiena. in guerra non tutto è lecito, altrimenti non esisterebbe un tribunale deputato ai “crimini di guerra”. siccome siamo nel 2022 e non nel medioevo, la formula “eh, ma in guerra è così”, rappresenta la linea invalicabile tra una puttanata in buona fede e una puttanata in cattiva fede.
il video di sorveglianza che da stamattina ha fatto il giro dei social network, immortala due soldati russi che avvicinano due passanti in una città della crimea e poi sparano loro nella schiena, frettolosamente e a tradimento. si tratta, insieme a molte altre (ma tra le più esplicite), di una prova tangibile e registrata di ciò che probabilmente è successo intorno a kyiv, in centri minori come buča e irpin, dove sono stati rinvenuti i corpi di centinaia di civiili disarmati secondo la stessa logica gratuita e infame.
in italia si continua a latrare la retorica putinista, senza ritegno e senza rimorsi, sulla pelle di povera gente massacrata per strada come bestie. ci sarà certamente un tribunale per putin e i suoi criminali di gabinetto, ci sarà anche per chi ha esploso il colpo, ma c’è da augurarsi che ci sarà un tribunale anche per chi, al soldo del tiranno, ha difeso e giustificato questa barbarie con spudorata noncuranza e la certezza di poter dire qualsiasi cosa nascondendosi dietro al dito della pluralità d’opinione. un tribunale democratico e non violento, è chiaro, ma che - e sarebbe il minimo - sanzionasse lo stronzo togliendogli quantomeno microfono e palcoscenico. al resto poi ci pensa la vita. nel migliore dei casi.
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