cinque scimmie e una bara

caricare un corteo funebre. eccolo il punto di non ritorno. pestare sulle costole di chi porta la bara. sulla testa, sulle mani. far cadere la bara. sotto gli occhi della famiglia. nella bara, una giornalista. uccisa mentre indossava il giubbotto con su scritto “press”. uccisa mentre faceva il suo lavoro.

uccidono una giornalista. caricano il corteo funebre. non lo fanno per dio. non lo fanno per se stessi. non lo fanno per ragione alcuna, se non l’odio. odiano da così tanto tempo che non si ricordano più perché odiano. odiano perché il padre odiava, il nonno odiava. odiano perché tutti hanno sempre odiato. per questo caricano un corteo funebre. altrimenti non c’è altra spiegazione.

cinque scimmie, dentro una gabbia. dal soffitto pende una banana, sotto la quale è posizionata una scala per raggiungerla. una delle scimmie sale sulla scala, ma prima che possa raggiungere la banana, un getto d’acqua gelida viene puntato sulle altre quattro scimmie e allora anche lei desiste. poco dopo prova un’altra scimmia a salire sulla scala, ma di nuovo un getto d’acqua travolge tutte le altre. la terza scimmia che prova a salire sulla scala viene trattenuta dalle compagne, che fisicamente le impediscono di sfiorare il primo piolo. più tardi, durante la notte, una delle cinque scimmie viene sostituita con una nuova scimmia. al mattino, questa, prova a salire la scala, ma le altre scimmie con suo stupore la trattengono, senza che lei ne sappia la ragione. la notte seguente viene sostituita un’altra delle scimmie e il giorno dopo si ripete lo stesso copione con la nuova arrivata.

al quinto giorno nessuna delle scimmie presenti nella gabbia si azzarda a sfiorare la scala, nonostante nessuna di loro abbia idea del perché, nonostante nessuna di loro sia stata bagnata con l’acqua gelida.

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