un nobel per la pubblicità

come ogni anno, alle prime nevicate, la community dei cosiddetti “marketer” ripropone la campagna delle caramelle polo (nestlé), in cui un calco dell’iconica mentina a forma di ciambella viene impresso nella neve. è, molto obiettivamente, una di quelle iniziative di marketing che possiamo con tranquillità definire “geniali”. possiamo definirla geniale se ci occupiamo di marketing, perché se ci occupiamo di qualsiasi altra disciplina, allora è innegabilmente un’idea da stronzi.

che la pervasività del messaggio pubblicitario - in particolare del guerrilla marketing - sia assurto col tempo a talento riconosciuto universalmente, la dice lunga sul tipo di persone che siamo diventati. perché i coefficienti di genialità di queste manifestazioni si rifanno comunque a logiche economiche: meno costano (quindi più il brand risparmia) senza inficiare il reach, più la campagna si può dire “riuscita”. ergo: più riesco a convincerti a consumare, risparmiando risorse di persuasione, meglio ho fatto il mio mestiere.

dunque sotto il punto di vista tecnico, il creativo che ha avuto l’idea del calco nella neve è un fenomeno, mentre dal punto di vista umano è uno scimunito che è riuscito a trasformare perfino la neve, perfino la gioia dei bambini con lo slittino sotto il braccio, in un’occasione commerciale.

lo dico semplicemente per ristabilire un ordine delle cose rispettoso di logica e buon gusto. altrimenti, di questo passo, finirà che ai colleghi consegneranno un nobel. che, a pensarci bene, non sembra nemmeno un’ipotesi così remota. maledizione.

parole: 237

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