maledette barbie
tra tutti i film - hollywoodiani - che posso attendere nel nuovo anno (da oppenheimer a flowers of the killer moon, dal napoleon interpretato da joaquin phoenix al the killer di fincher) certamente non rientrava barbie. e ancora non sono certo di aver usato a sproposito il passato; tuttavia, dopo che è stato pubblicato il primo teaser, devo ammettere che sto vacillando. alla scoperta della produzione del film - grazie a quell’imbarazzante leak delle immagini rubate sul set - avevo chiaramente bollato l’impresa come una delle tante farse commerciali in pieno stile americano; fingendo addirittura di non sapere che la regia sarebbe stata firmata dalla gerwig e la sceneggiatura da baumbach (due nomi tra i più eccellenti su quelle latitudini). poi le immagini del trailer mi hanno folgorato come un fulmine a ciel sereno, inducendomi a credere - ma mi sbaglierò - che un film su barbie, nel 2023, sia fondamentale vederlo - oltre ad essere fondamentale realizzarlo. l’emblema della femminilità più tossica, il nemico numero uno del movimento femminista contemporaneo, che lotta contro i canoni di bellezza prestabiliti, il sinonimo per eccellenza di superficialità congenita, insomma uno dei baluardi più contestati e connotati di un mondo ormai sorpassato si appresta a fare il proprio debutto al cinema e a fare a pugni con aspettative e preconcetti. e infatti ecco la sinossi: “barbie, che vive a barbie land, viene cacciata dal paese perché non è una bambola dall'aspetto perfetto. senza un posto dove andare, parte per il mondo umano e cerca la vera felicità.”
siete dei maledetti paraculi, amici americani, ma come le fate voi queste operazioni davvero non le fa nessuno. come dicevo il teaser: un tributo parodico a kubrick, in cui delle bimbe preistoriche giocano con vecchie bambole - come le scimmie con le ossa in odissea - fino a quando un monolite si palesa difronte a loro, gigantesco, altissimo, ma son le gambe di una barbie. serve aggiungere altro?
io ora non so dire se il film lo guarderò; di certo non in sala. ma ancora una volta mi avete mezzo fregato, dunque bravi voi.
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