ma il comunicatore tiene famiglia
trovo ormai controproducente come in molti ancora sostengano che non si parli di ambiente e di cambiamento climatico. attivisti e politici, ma anche giornalisti, personaggi che si nascondono dietro alla formula obsoleta del “questo non ce lo dicono”. e dico controproducente per il semplice fatto che non è vero. tutt’altro. non se ne parlerà mai troppo, è certo, ma sicuramente non se ne parla nella maniera corretta. oltre a snocciolare i soliti tre dati che anche i bambini conoscono a memoria sull’innalzamento degli oceani, sarebbe più rilevante condurre i dibattito seguendo una narrazione fedele alla realtà, cioè senza regalare false speranze (non siamo messi bene), ma nemmeno continuando a ripetere che siamo spacciati (se così fosse non ci sarebbe più altro da commentare, nessuno sforzo ulteriore da compiere). passiamo dagli articoli demenziali che ci invitano a non fare figli per il bene del pianeta, a mesi interi di routine mediatica in cui ce la contiamo che gli effetti del cambiamento climatico sono sproporzionati e sopravvalutati.
se ne parla, se ne parla. non si fa altro che parlarne, è questo il punto: se ne parla e basta, senza agire. e sul banco degli imputati della storia ci finirà (seconda soltanto all’industria) la mia categoria professionale, composta cioè da coloro che sapevano, ma che hanno scelto di contribuire a sciacquare il cervello delle masse con messaggi mendaci, con l’unica, trita giustificazione che “teniamo famiglia”. se c’era qualcuno che avrebbe potuto rifiutarsi di prendere parte a questo grottesco gioco al massacro, utilizzando invece la propria conoscenza e professionalità a fin di bene, di certo quelli sono i comunicatori. che avrebbero potuto escogitare una nuova strategia per convincere il pubblico ad andare in bici, piuttosto che prendere la macchina, a mangiare qualche verdura in più, invece della milionesima bistecca, a non comprare quel prodotto, a non dar retta a quel messaggio, a non fare quel viaggio in culandia, a mobilitare quante più persone possibile per boicottare una determinata azienda, anziché arricchirla. ma è troppo incomodo alzare il dito e puntarlo nella direzione giusta; più comodo è continuare a organizzare eventi per parlare di sostenibilità, per raccontarci la sostenibilità, per predicare sostenibilità, sostenibilità, sostenibilità, sostenibilità, fino a quando sostenibilità non significherà più nulla. come i comunicatori ben sanno. come sanno fin troppo bene.
p.s. buona giornata mondiale dell’ambiente. mortacci vostra.
parole: 386