libere associazioni (a delinquere)
spero non sia sfuggita soltanto a me l’ultimissima sparata salviniana che, incalzato sul verdetto del caso cucchi, non si è limitato a ribadire “sono contrario alla droga” (il verdetto ha confermato proprio che non sia stata la droga a uccidere cucchi, bensì le botte vigliacche dei suoi aguzzini mentre si trovava sotto tutela dello stato), ma aggiunge anche che la droga uccide i giovani di oggi che “dopo il lockdown si fanno e strafanno di farmaci e psicofarmaci”.
verrebbe da chiedersi cosa c’entrasse il lockdown con l’omicidio di stefano cucchi in primis, ma anche la questione della salute mentale legata agli effetti del lockdown: un tema delicatissimo, snobbato dalla politica e qui recuperato per un’occasione tanto subdola quanto inappropriata.
sembra giocare alle libere associazioni, salvini: cucchi-droga-farmaco-lockdown, ma niente ha a che fare l’uno con l’altro, mentre dall’ex ministro ci si aspettava le dovute scuse nei confronti della famiglia cucchi dopo anni di speculazioni. e invece ci sorbiamo l’ennesima sparata per distrarre l’uditorio, diretta in modo ancora più colpevole su una tematica che, nell’economia della sua fitta agenda di minchiate, non ha ancora trovato il meritato spazio, come non l’ha trovato nel dibattito pubblico e istituzionale degli ultimi due anni.
per la cronaca, uno studio realizzato dal dipartimento di scienze biomediche della humanitas university e basato su un campione di 2.400 persone, ha rilevato che:
«il 21% ha riportato sintomi ansiosi clinicamente significativi e interferenti sulle proprie attività quotidiane, mentre il 10% ha avuto almeno un attacco di panico nel mese precedente la compilazione, senza mai averlo avuto prima nella vita. il 20% ha riportato sintomi clinicamente significativi di disturbo post-traumatico da stress (ptsd) in relazione a esperienze legate alla pandemia, mentre il 28% ha lamentato sintomi ossessivo-compulsivi disturbanti e interferenti con il proprio funzionamento quotidiano.»
porti rispetto per i morti, salvini, ma soprattutto non si faccia scudo di temi tanto delicati e che in modo tanto massiccio affliggono soprattutto i più giovani.
e mi fermo qui per decenza.
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