la pace col culo degli altri

“contro la guerra: senza ze e senza vla” laddove chiaramente ze sta per zelens’kyj e vla per vladimir. ma non serviva questa mia specifica, perché la vignetta poi è fin troppo eloquente, raffigurando soltanto il mezzobusto di entrambi, con il presidente ucraino dotato di un naso particolarmente pronunciato, com’era tipico dei fumetti antisemiti del secolo scorso. mettiamoci pure che zelens’kyj, nella realtà, ha un naso completamente nella norma e dunque la scelta di vauro risulta ancora più forzata. 

ma di questa vignetta, oltre al naso, fa riflettere anche tutto il resto. io davvero non lo riesco a capire quale sia la posizione di vauro - perché equiparare putin a zelens’kyj? su che base? nega, questa vignetta, perfino il fatto che ci troviamo di fronte ad un invasore e ad un invaso: se siamo dalla parte della pace a prescindere, allora non ci interessa più quale sia l’uno e quale l’altro; una follia, un’aberrazione che nulla ha a che fare col pacifismo. che colpe ha zelens’kyj? quella di richiedere armi per resistere putin? quella di avere chiamato il proprio popolo alla resistenza contro un esercito invasore? e da chi arriva questa lezione? dal vauro veterocomunista che, ahimè, cade nella trappola di tanti suoi pari che in questi giorni si schierano contro il governo ucraino e gli aiuti ad esso destinati. la retorica è la stessa dell’anpi sulla quale ci eravamo già soffermati: “l’italia ripudia la guerra” e tanti sorrisi e anziani seduti in cerchio e bambini e bandiere ungheresi alle finestre. mah. come se i nostri di partigiani i tedeschi e i fascisti li avessero combattuti a mani nude, sconfiggendoli a male parole. si fa in fretta a definirsi antifascisti quando i fascisti che hai in mente sono quattro disgraziati picchiatori del litorale romano; ma quando poi si affaccia il fascista vero, è allora che si vedono anche i veri antifascisti. e oggi vauro, dopo anni di belle parole, non si è dimostrato né antifascista, né pacifista, ma soltanto un superficiale antisemita. del quale, obiettivamente, nessuno sentiva il bisogno. 

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