la prima cosa triste

per chi, come me, nella propria esistenza politica ha conosciuto principalmente governi guidati da berlusconi, la politica è innanzitutto frustrazione e delusione. le luci sono flebili e rarissime in questo continuo e frenetico susseguirsi di volti mediocri che mi hanno spinto negli anni ad aggrapparmi si personaggi più insperati per dare un senso ad una incrollabile passione per la politica: personaggi come renato soru (“la sinistra riparta da soru!”) oppure come civati (“la sinistra riparta da civati!”). credo di essere uno dei rarissimi infelici bambini che sul diario di scuola aveva, anziché calciatori e supereroi, una fotografia di romano prodi. e non serve aggiungere altro.

il risvolto positivo è che, proprio perché deboli le loro personalità, risultava poi anche più tenue la delusione nel momento dello sconforto. fino ad oggi non sono mai veramente rimasto deluso, nel profondo, da un politico. fino ad oggi, appunto.

dell’onorevole aboubakar soumahoro si è già detto e ancora si dirà abbastanza, mi basti aggiungere che la sua vicenda, sua e dei suoi familiari, mi ha scottato sul personale, facendomi vergognare intimamente, poiché si trattava della prima volta da quando sono maggiorenne che ho consegnato un voto credendo fermamente nella mia preferenza. il suo percorso, la sua figura, le sue parole mi avevano convinto di poter finalmente riporre la mia fiducia in un essere umano diverso dagli altri, più puro, più giusto. e non si tratta di essere né garantisti né giustizialisti: mi baso su ciò che lo stesso deputato ha ammesso essere stata una leggerezza da imputare a lui soltanto. mi vergogno molto, oggi, dell’ingenuo orgoglio con cui, negli ultimi mesi, mi sono vantato di avere finalmente trovato un politico “vero” da cui - seguendo la retorica degli ultimi anni - la sinistra potesse e dovesse ripartire. mi vergogno, ma mi vergogno per lui innanzitutto, per la delusione che ha arrecato non a me, bensì proprio a quegli ultimi per i quali millantava di battersi. che tempi faticosi, lasciatemelo dire.

parole: 326

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